Abbattuta nel Giorno della Memoria la Ticosa rimane un monumento all’incapacità della Giunta Bruni

Le opposizioni a Palazzo Cernezzi attaccano l’immobilismo della Giunta a tre anni esatti dall’abbattimento della Ticosa (fatto proprio nel Giorno della Memoria con evidente oltraggio alla memoria della resistenza operaia lariana), mentre per Bruni la colpa è di: «Una crisi di livello mondiale che ha reso tutto più complicato».

 

«Le ultime esternazioni del sindaco – ha dichiarato mercoledì 27 gennaio Luca Gaffuri, capogruppo Pd – sembrano fatte solo per rinviare il problema, si è parlato di portare nell’area Ticosa attività produttive, di aver trovato un privato interessato ad acquistare 6 mila mq, da ultimo l’intervento di una cooperativa edilizia. Si cerca di far vedere che una fiammella è ancora accesa… Che intervenga Formigoni, così come ha promesso!».
La paura dei consiglieri di opposizione è quella di non vedere più la fine del caso Ticosa così come del cantiere delle paratie e del muro sul lungolago. Per questo hanno convocato una conferenza stampa in piazza Cavour per esorcizzare lo spettro dell’immobilismo che attanaglia anche la barriera costruita sul lungolago.
«La Giunta è un po’ come i dilettanti alla sbaraglio – ha affermato Vincenzo Sapere, Gruppo misto – socialisti, che sulla Ticosa e le modifiche in corso d’opera ha detto – non si possono cambiare le carte in tavola, si rischiano i ricorsi». «Un’asta pubblica non può essere modificata» ha rincarato la dose Roberta Marzorati, Per Como.
«È stata fatta una scelta sbagliata» ha precisato Vittorio Mottola, Pd, anche perché, ha concluso Sapere «L’idea del sindaco è un’idea vecchia, era già stata fatto un concorso al tempo della Giunta Pigni, aveva vinto l’architetto Botta, che vadano a vedere le carte!».
Di tutt’altro parere il sindaco Bruni per cui, in una nota diffusa dal suo portavoce, «Il disfattismo non serve a nessuno e non ci porta da nessuna parte. Quelli che guardano le cose sempre e soltanto dal punto di vista negativo sono gli stessi che sperano che i problemi non si risolvano mai. Vogliono che non vada niente per il verso giusto, che non ci siano né crescita né sviluppo. Sono schierati contro la città. Sono contro e punto. […] Io invece guardo alle questioni con fiducia. […] Dal mio punto di vista, oggi non registriamo alcun fallimento. Sono invece tre anni che abbiamo tolto di mezzo i ruderi della Ticosa. È un traguardo raggiunto. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Certi fautori della negatività ad oltranza non riescono neanche a rendersene conto: quei resti per un quarto di secolo hanno costituito un elemento di forte degrado sulle soglie della convalle. Un pessimo biglietto da visita. Un simbolo stesso dell’immobilismo. Sembravano inamovibili. Bene, noi li abbiamo abbattuti. E poi abbiamo avviato un processo di riqualificazione senza precedenti per il capoluogo. Certo, l’operazione era e resta complessa e bisogna riconoscere che non siamo stati fortunati visto che ci siamo imbattuti in una crisi di livello mondiale che ha reso tutto più complicato. Mi chiedo con quale capacità di analisi e lungimiranza politica certi soggetti possano trascurare questi elementi di fatto e crogiolarsi nella cultura del tutto sbagliato, seminando allarmismo, preoccupazione, un generale senso di resa e disimpegno. […] Sono ottimista. Credo proprio che nei prossimi giorni potremo riavviare l’iter consiliare di approvazione del piano integrato di intervento».

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