Agnoletto presidente
Presentati nella Sala stemmi del Comune di Como i quattro comaschi nella lista della Federazione per la Sinistra. Il candidato presidente Vittorio Agnoletto si è dichiarato ottimista: «Supereremo il 3 per cento!».
I quattro rappresentanti comaschi della lista che sostiene Vittorio Agnoletto alle prossime elezioni regionali saranno lo studente universitario Edoardo Spolidoro, che si è espresso contro la cementificazione del lago e i tagli alla scuola pubblica, Marco Tenconi, segretario provinciale Pdci comasco, «è stato chiuso il Gandhi a Milano e aperte tre nuove scuole private di Cl a Crema, questo è il piano per la scuola formigoniano», Eugenio Morandi, consigliere comunale a Cermenate, che ha ricordato la tragica situazione dei precari, e Lina Annoni, segretaria provinciale di Rifondazione comunista, che ha posto in primo piano il problema della sanità. «L’obiettivo non è più la salute dei cittadini ma l’incasso – ha spiegato a proposito delle tariffe e i rimborsi per le prestazioni – molte persone non proseguono le indagini diagnostiche perché non hanno soldi per pagare i ticket» ha denunciato. Il consigliere comunale comasco Donato Supino ha invece messo in risalto il diverso approccio rispetto al Partito democratico in ambito locale mettendo dei distinguo sia sull’affaire muro «il Pd fa la campagna elettorale sull’abbattimento del muro, per me solo grazie al concorso dei cittadini e alle loro manifestazioni si è riusciti ad ottenere questo risultato, con la sola opposizione in Consiglio comunale non ce la si sarebbe fatta». Altro punto di rottura l’esternalizzazione della mensa della Cà d’industria «il rappresentante del Pd nel cda è a favore noi non siamo d’accordo sul risparmio a discapito della qualità e della tutela dei cittadini». «Il nostro avversario è Formigoni – ha chiarito Vittorio Agnoletto che ha però aggiunto –, in cosa si differenzi da lui Penati non siamo riusciti a capirlo. Il nostro obiettivo è che in Lombardia continui ad esserci una forza di sinistra». Il candidato presidente ha presentato il proprio listino formato da esponenti del mondo culturale lombardo spaziando da Dario Fo a Moni Ovadia, sino a Paolo Rossi e Margherita Hack, oltre a rappresentanti delle lotte operaie e dei movimenti sociali (le loro videointerviste sono sul sito http://www.youtube.com/vittorioagnoletto). Candidature per la nascita di un unico contenitore di tutto quanto si muova a sinistra del Pd. Quattro i punti principali del programma. La difesa della sanità pubblica, della suola pubblica, «il 95 per cento delle risorse investite dalla regione vanno agli studenti delle scuole private con redditi fino a 200 mila euro, si tratta di selezione di classe», una maggiore difesa del lavoro. «Dall’inizio della crisi ci sono stati quasi 200mila posti di lavoro in meno nella nostra Regione – ha affermato Agnoletto – chiediamo garanzie per tutti, anche per i lavoratori a tempo determinato e a progetto, con un salario di cittadinanza che permetta di poter sostenersi durante il passaggio da un lavoro ad un altro». Anche la difesa dei luoghi di lavoro è importante per il candidato presidente della federazione della sinistra oltre che la salvaguardia dell’ambiente. «L’Expo si ridurrà ad una serie di grandi opere su gomma – sottolineato il candidato presidente della Federazione della Sinistra – noi vogliamo trasporti pubblici più efficienti, lo sviluppo delle linee ferroviarie. Qui al contrario mettono l’alta velocità e i treni per Malpensa ma tagliano quelli per i pendolari!». L’impegno è anche per la difesa dei beni comuni come l’acqua e contro il nucleare «non solo in Lombardia ma in tutta Italia». Recuperare quindi la disillusione a sinistra e quelli che non vanno più a votare è la meta prefissata «supereremo lo sbarramento del 3 per cento, la soglia minima, e potremmo avere 2-3 consiglieri in Regione». «Un presidio necessario – dopo gli scandali e gli arresti in Regione – in un momento in cui non ci sono solo delle mele marce, ma un sistema marcio servono delle sentinelle che possano dare l’allarme, una cosa che non succederebbe in un sistema consociativo alla Penati». [Michele Donegana, ecoinformazioni]