La partecipazione e la cittadinanza attiva possono essere la soluzione di fronte alla complessità del mondo moderno. Gli interventi di Martino Villani, direttore del Csv e Marco Servettini, dell’associazione L’isola che c’è nell’ultima serata del ciclo A piccoli passi organizzato dal Coordinamento Comasco per la Pace e dal Csv di Como in collaborazione con i comuni di Binago, Cagno e Uggiate Trevano.
Martino Villani ha spiegato come il Centro servizi per il volontariato sia un organismo istituito per legge dal 1996, che svolge attività di formazione, consulenza, comunicazione e sviluppo del volontariato sia nei confronti di singoli cittadini che di organizzazioni che lo richiedano.
«La peculiarità del volontariato è che parte dalla pancia, da un bisogno che spinge ad attivarsi; però è importante non focalizzarsi solo su un problema ma attivarsi per conoscere anche altri pezzi di territorio», ha spiegato Villani, aggiungendo che «il volontariato può insegnare che cambiamenti piccoli sono possibili quando le persone decidono di lavorare assieme con un obiettivo comune».
Gli ostacoli da superare quando si lavora in rete riguardano la capacità di saper ascoltare gli altri, di rinunciare a qualche idea propria per raggiungere l’obiettivo comune che deve essere condiviso. Un esempio di progetto che unisce realtà di tutta la provincia è la Parada par tücc, una sfilata di artisti, musicisti, attori, gruppi e singoli che si svolgerà a Como sabato 5 giugno 2010.
Marco Servettini ha illustrato innanzitutto l’esempio del Coordinamento Comasco per la Pace, la rete di associazioni e comuni nata nel 1999 che l’ha portato a formarsi sugli stili di vita etici e sostenibili; da uno di questi, quello economico, è nata l’esperienza dei Gas, gruppi d’acquisto solidale formati da una decina o più di famiglie che uniscono la partecipazione alle scelte quotidiane comprando prodotti biologici e creando un legame di solidarietà con il produttore che li fornisce.
Queste nuove forme associative sono studiate anche dalle università e sono state, per chi ne fa parte, un primo passo per cominciare a lavorare in rete: le molte esperienze che comprendono il consumo critico, l’agricoltura biologica, il commercio equo e solidale, il turismo responsabile, la finanza etica e altro ancora dal 2004 hanno innescato un processo di partecipazione significativo che ha portato all’organizzazione di una fiera annuale.
Da quell’esperienza è nata L’isola che c’è, che ha per primo progetto quello di fare rete con obiettivi comuni utilizzando la collaborazione come principale strumento d’azione.
«Gli aspetti fondamentali per noi – ha concluso Servettini – sono l’etica, che ci fa mettere in moto una fiera ogni anno più riuscita e partecipata e l’efficacia nell’attenzione a produrre qualcosa con i nostri sforzi e le nostre scelte».
La partecipazione e la cittadinanza attiva possono essere la soluzione di fronte alla complessità del mondo moderno, imparando ad affrontare i problemi assieme e in maniera costruttiva con le persone, le associazioni e le istituzioni presenti sul territorio, stimolando la compartecipazione e il coinvolgimento diretto. [Tommaso Marelli, ecoinformazioni]

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