Beni comuni nel cuore della sinistra
Una trentina di persone hanno partecipato all’incontro sui Beni comuni organizzato in piazza della Pace (già piazza Vittoria) a Como sabato 3 luglio. Le relazioni di Bruno Magatti, Paco, e di Paolo Cacciari, rete@sinistra, hanno affrontato l’argomento intrecciando il piano locale con le questioni nazionali e internazionali. Leggi il documento Beni comuni della Officina delle idee.
Alle 16, nel pieno del caldo del primo sabato estivo davvero torrido, si è aperta, con l’introduzione di Massimo Patrignani dell’Associazione per la Sinistra di Como l’iniziativa Nel cuore della sinistra. Beni comuni. Bruno Magatti [che ha voluto tener fede all’impegno assunto con gli organizzatori nonostante il lutto per la morte della mamma] è partito dalla denuncia dell’emblematica questione della finta raccolta differenziata in atto a Como con il contenuto dei sacchi viola che finisce in buona parte nel forno inceneritore. Ha poi articolato il discorso denunciato la follia della scelta nucleare – recentemente riproposta anche nel territorio lariano – non solo per i motivi connessi alla pericolosità della fonte, all’irrisolto problema delle scorie e all’evidente fase di esaurimento del combustibile fissile, quanto per la scarsa portata dell’Adda che non potrebbe assicurare il raffreddamento dell’impianto. Magatti ha poi intrecciato le questioni “locali” con un discorso sull’intero sistema territoriale mettendo in luce come la possibilità contrastare la privatizzazione dei beni comuni sta nella possibilità di coniugare nel caso dell’acqua, dei rifiuti, del Lario e di qualsiasi altro tema democrazia, pace e informazione e puntando sulle relazioni. Paolo Cacciari dopo aver dato informazioni sul percorso che diversi soggetti come l’Associazione per la sinistra di Como stanno sviluppando per la definizione dei temi unificanti di tutta la sinistra ha sottolineato i molti ed inaspettati sccessi della Campagna referendaria per l’acqua pubblica. Ha proposto poi, partendo dal Diritto romano, una classificazione dei Beni comuni definiti “Beni speciali” in quanto frutto dell’azione della natura ed essenziali alla vita di ciascuna persona. Per essi il relatore ha evidenziato due possibilità di gestione: quella pubblica e quella di autogoverno cooperativo.