Lucini e il mondo del lavoro

Venerdì 30 marzo Mario Lucini ha incontrato esponenti del mondo del lavoro in un dibattito coordinato dalla giornalista de La Provincia Elvira Conca all’auditorium Don Guanella, gremito di pubblico. Nella seconda parte della serata è intervenuto Enrico Letta, vicesegretario nazionale del Partito democratico, a sostegno della candidatura a sindaco di Lucini.

Generare lavoro, una sfida per Como: si è svolto venerdì 30 marzo, nell’auditorium Don Guanella, l’incontro a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Mario Lucini. Dal palco sono intervenuti alcuni rappresentanti dei sindacati e dell’imprenditoria comasca, moderati dalla giornalista Elvira Conca.

Numerose le sollecitazioni e le domande rivolte a Lucini. Tiberio Tettamanti, Associazione piccole e medie industrie (Api), ha posto l’attenzione sul tema dell’energia e dell’occupazione, quest’ultima condizionata pesantemente dalla mancanza di liquidità. Per Mario Martinelli, Unione provinciale commercio e turismo, «Como, per recuperare la propria bellezza, deve tornare a essere amministrata con normalità, così da diventare accogliente anche per chi viene da fuori. Per fare questo non basta la grande mostra, vanno investite risorse per migliorare la qualità della vita. Corriamo il rischio di diventare il dormitorio di Milano e Varese ». Como però, secondo Alessandro Tarpini, Cgil,  ha bisogno non solo di tornare alla normalità, ma deve saper guardare oltre: « la città ha un problema di ruolo che deve risolvere al più presto. Di fronte al probabile scioglimento delle provincie, è fondamentale tornare a essere una guida per gli enti locali. Como ha bisogno inoltre di una riflessione profonda sulla sua identità produttiva, si parla spesso di una fine del tessile ma dobbiamo ricordarci che la presenza del manifatturiero sul territorio è ancora forte. Non bastano soluzioni pratiche, è necessario che la prossima amministrazione sia in grado di volare molto alto». Più cauto invece Renè Godio, Confederazione nazionale dell’artigianato: «attenzione, i sogni rischiano di diventare incubi. In primo luogo vanno fatte alcune cose  concrete, come la costruzione di un rapporto con l’Università e la riqualificazione di alcune aree della città come  la Ticosa e il Mercato coperto ».

Mario Lucini ha sottolineato l’importanza del dialogo e dell’ascolto: «la prima parola che mi viene in mente è “parlarsi”. Parlando si costruiscono le scelte, nessuno può pensare di risolvere i problemi da solo, e questo è stato un grosso limite della scorsa amministrazione».  Sull’energia, «il futuro è la riqualificazione. Bisogna puntare, dove possibile, sull’incentivazione degli impianti di teleriscaldamento geotermico ». «Per cambiare il volto della città – ha aggiunto Lucini –  è necessario partire dalle piccole cose. Una manutenzione attenta di strade e marciapiedi, l’eliminazione delle barriere architettoniche e una pulizia corretta del suolo pubblico contribuiscono a innalzare la qualità della vita. E una città dove si vive bene, attira più facilmente risorse dall’esterno ».  Per il candidato sindaco del centro sinistra « il comune deve favorire la creazione di nuove opportunità di lavoro, sostenendo il dialogo tra imprese e università ». Sulle aree da riqualificare, il giudizio sulle decisioni prese dalla passata amministrazione è severo: «Le scelte fatte sulla Ticosa sono state fallimentari. Gli introiti andavano spesi per una progettazione organica futura.  Il S. Anna è stato collocato in una posizione scomoda, oltre tutto c’è la continua delocalizzazione di servizi dalla nuova alla vecchia struttura. Per rilanciarsi –  ha concluso Lucini –  Como ha bisogno di una nuova guida, di responsabilità, di innovazione ».

Enrico Letta, vicesegretario del Partito democratico, è arrivato all’auditorium nella seconda parte della serata («colpa di un ritardo dell’aereo», ha detto scusandosi con i presenti). Il deputato democratico, intervenuto a sostegno della candidatura di Mario Lucini, ha risposto alle diverse domande, molte riguardanti la stretta attualità, sottolineando come «il fare politica comporti scelte precise ». E a proposito di questo, porta l’esempio di Malpensa: « nel solo nord Italia ci sono 16 aeroporti che si accapigliano fra loro. È mancato un piano, una logica nelle scelte. Si è preferito dire sì a tutti. Ma fare buona politica – ha concluso l’esponente democratico – spesso significa saper dire più no che sì ». [Andrea Quadroni, ecoinformazioni]

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