Le regole per lavorare in Svizzera
Un vademecum per lavorare in Svizzera per le imprese approntato da Camera di commercio, Sviluppo impresa, Confartigianato imprese, Ance, Cna, Api, Confindustria
«Le imprese che vogliono ottenere lavori temporanei per un periodo complessivo inferiore a 90 giorni nell’arco di un anno devono presentare notifica all’Ufficio federale della migrazione e saranno libere di assumere contratti di lavoro in Svizzera: l’iter dovrà essere seguito sia dalle aziende che distacchino temporaneamente i propri dipendenti, sia dai lavoratori autonomi – spiega una nota della camera di commercio comasca –. In qualsiasi caso le imprese dovranno garantire ai propri dipendenti distaccati in Svizzera condizioni lavorative e salariali minime previste dalle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative svizzere».
Un passo avanti rispetto alla situazione precedente gli accordi bilaterali fra Unione europea e Confederazione elvetica quando: «Le imprese erano costrette a richiedere un permesso di soggiorno per i lavoratori: l’obbligo ora permane solo per presenze superiori ai 90 giorni (anche non continui) nell’arco di un anno».
Il vademecum spiega le varie disposizioni da attuare, notifiche e aspetti fiscali, depositi cauzionali, contributi.
Un documento importante per una realtà che ha visto in Canton Ticino, nel 2011, 11.046 lavoratori temporanei, «per la maggior parte impiegati nell’edilizia (63,5%), nell’industria (20,2%) e nel commercio (5,4%)», dove per «il numero di giornate di lavoro delle persone notificate il 69% sono a carico di cittadini italiani con 160.858 ore totale cumulate nello scorso anno». (il vademecum) [md – ecoinformazioni]