Paratie: avanti con un progetto ridotto

Lucini02Una sala gremita, quasi tutti i posti a sedere erano occupati, quella che ha visto la relazione alla città dello stato del cantiere delle paratie alla presenza di esperti e sindaco di Como nella sera di mercoledì 28 novembre. Fra il pubblico amministratori locali, quasi nessuno di opposizione, esponenti del mondo culturale e sociale oltre che una grande maggioranza di cittadini interessati alle sorti della città.

«Il cantiere sarebbe dovuto finire due anni, ma per il momento siamo a un terzo dell’opera» ha ricordato in apertura dell’incontro il primo cittadino comasco Mario Lucini, per un progetto finanziato con poco più di 16 milioni di euro (legge Valtellina), 3 milioni (Comune di Como), 500mila euro (Regione Lombadia). Ripercorrendo la cronistoria del cantiere, fino all’attuale situazione di sostanziale fermo, Lucini ha rilevato i quasi 9 milioni di spesa effettuati sinora (8milioni e 800mila euro) e la «disponibilità di Regione Lombardia per un ulteriore impegno di 5 milioni». Gli esperti intervenuti hanno quindi illustrato le criticità del cantiere, di “carenza di dati e di reti di controllo installate tardivamente” ha parlato Alessandro Michetti, Università dell’Insubria, che ha ricordato il fenomeno della subsidenza, il lento sprofondare della Convalle, e accertato un lieve spostamento degli edifici prospicienti il cantiere. Essendo intervenuti su terreni di riporto con un fondo “giovane”, geologicamente, e ricco di materiali organici i lavori hanno accentuato lo sprofondamento dell’area dai 2,5 ai 4 millimetri all’anno. Contro la definizione dell’incidenza delle piene del lago è intervenuto Giorgio Guariso, Politecnico di Milano, proponendo un nuovo modello non basato sui colmi di piede nell’arco di 39 anni, così come fatto dagli ideatori delle paratie, ma con un modello basato sulle misurazioni giorno per giorno del livello del lago dal 1946 e anche prima. Si è spostata così l’attenzione dal livello delle piene, e dalla “piena cinquantennale”, ai giorni di occupazione della piazza, che sarebbero nell’ordine dai tre ai cinque all’anno.Enrico Orsi, che ha elaborato uno studio con Enrico Larcan, ha invece presentato operativamente la funzionalità dei vasconi previsti dal progetto per la raccolta delle acque piovane e della falda che premono sulle paratie a monte. Solo una vasca è ad oggi attiva, con le idrovore annesse, l’altra è in costruzione e potrebbe essere utile anche se ridotta di un po’ rispetto al progetto originale. «C’ è stata una alterazione del suolo» ha detto Lucini e, dovessero proseguire i lavori, «esiste il rischio consistente di alterazione del suolo».«L’altezza di protezione non è un valore assoluto, si possono valutare altre altezze ed è indispensabile la seconda vasca per far funzionare l’opera», anche se con dimensioni ridotte ha concluso il primo cittadino in un’ottica di prosieguo dei lavori «perché bisogna garantire gli obiettivi di protezione per non uscire dai parametri della Legge Valtellina». «Deve servire per forza – ha proseguire il sindaco riferendosi all’opera – non si può dire che non serva». la paura è quella della Corte dei conti e di quello che potrebbe accadere appunto per i finanziamenti già dati con la Legge Valtellina. Per questo «non si può piantarla lì» come chiesto in una delle domande dal pubblico, con cui si è chiuso l’incontro, e l’unica promessa e di cercare di finire al più presto. Anche per la riapertura del primo lotto il primo cittadino non ha potuto dare garanzie «non posso dare una tempistica certa, cercherò di riaprirlo per l’estate, ma non sono in grado di garantirlo». Niente promesse anche sull’altro tema caro i cittadini, la ormai famosa palizzata che copre il secondo lotto di cantiere, «è impossibile da risolvere è un’area di cantiere gestita da chi fa i lavori con determinati criteri di sicurezza» ha detto Lucini. Soddisfatti i comaschi per la nuova modalità di affrontare il futuro della città in maniera aperta, l’incontro si è concluso con l’impegno del primo cittadino per un incontro, in settimana, con Sacaim, la ditta appaltatrice, e settimana prossima con Regione Lombardia (i documenti presentati da Politecnico e Insubria 1, 2, 3). [Michele Donegana – ecoinformazioni]

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