Como: Inizia la discussione sull’ultimo passaggio del Pgt

comuneIn due sedute le minoranze chiedono tempo, anche per riunirsi fra loro, e discutono le modalità di votazione delle osservazioni al nuovo Piano di governo del territorio. Spallino denuncia con un tweet: «Evidenti le pressioni per far saltare il banco». «Spieghi cosa vuol dire» replica l’opposizione a Palazzo Cernezzi

Dopo la presentazione della delibera per l’adozione definitiva del Piano di governo del territorio (rintracciabile a questo indirizzo Internet) con le osservazioni di enti, associazioni e singoli cittadini, lunedì 3 giugno, alcuni chiarimenti sono stati richiesti all’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino il martedì seguente.

Diversi consiglieri, Luca Ceruti, M5S, Ada Mantovani, Adesso Como, Luigi Nessi, capogruppo Paco-Sel, sono intervenuti per chiedere lumi sull’abbattimento o meno della Palazzina uffici dell’ex Fisac ricompresa nel documento. «Sarà il Consiglio comunale a decidere se le opere dell’Accordo di programma con il privato sono di suo gradimento – ha dichiarato il dirigente del Comune Giuseppe Cosenza, niente di vincolante quindi –. In questo momento è improprio dire che si abbatterà l’edificio».

Enrico Cenetiempo, Pdl, ha chiesto se gli uffici non dovessero controllare eventuali gradi di parentela fino al quarto grado che potessero inficiare la partecipazione di un consigliere al dibattito e alle votazioni. No, la risposta del segretario generale Antonella Petrocelli, sta al singolo consigliere prendere l’iniziativa di uscire dall’aula, cosa che dovrebbe fare sicuramente il solo Pd Guido Rovi, Pd, quando verrà discussa una sua osservazione, essendo diretta parte in causa.

A chi chiedeva il perché del mantenimento del progetto di galleria della Borgovico Bis l’assessore ha risposto che «astrattamente è possibile se dovesse essere spostata la Comodepur». Un progetto che difficilmente vedrà la luce nel breve e nel medio periodo così come la metrotramvia, che è ancora prevista nel documento.

Fra i banchi dell’opposizione alcuni hanno espresso la paura di possibili ricorsi di proprietari di terreni facenti parte, nel vecchio Prg, delle zone di completamento CP5, 47 in tutto per 65mila metri quadri per cui era prevista una edificabilità di 6mila abitanti in più (il Pgt così come impostato ora prevede una aumento di popolazione di 3.300 persone), che sono state rese inedificabili. Una scelta voluta per tutelare il territorio e anche perché una maggiore popolazione implicherebbe il rifacimento della Vas e quindi tutto il procedimento di adozione del Piano, pur perfettibile ha detto l’assessore.

Sull’ingresso della collina di Cardina in un Parco locale di interesse sovracomunale «la Provincia ha chiesto di fare degli approfondimenti per valutare, essendo completamente ricompresa nel territorio del Comune di Como, se vi sia un interesse sovra comunale» ha precisato Cosenza, che ha aggiunto che anche se non dovesse partire il Plis restando l’attuale Parco urbano «non vengono meno gli obiettivi di tutela».

Sui luoghi di culto altri invece, nello specifico il centro culturale islamico di via Pino, Spallino ha risposto che non verrà concesso alcunché: «Nulla vieta che si possano chiedere specifici interventi al Piano dei servizi».

Su come verrà affrontata la votazione è insorto Enrico Cenetiempo, Pdl, che ha parlato di follia e chiesto che le osservazioni, più di 400, vengano votate una per una: «Così come era stato fatto per il Piano regolatore». Una posizione sostenuta anche da Alessandro Rapinese: «È quanto aveva chiesto il centrosinistra alla Moratti a Milano». «Non è vero, già durante la discussione sull’ultimo Prg, le 300 osservazioni sono state affrontate per gruppi» ha replicato il capogruppo del Pd Stefano Legnani, mentre Vincenzo Sapere, Paco-Sel, ha chiesto retoricamente: «E il ricorso fatto a Milano come è andato a finire?». Il segretario generale ha spiegato che le osservazioni sono state controdedotte una per una e divise poi per blocchi, ribadendo la giustezza delle modalità di voto, ma anche sulla opinabilità della suddivisione è intervenuto il capogruppo di Adesso Como. «Ci sono grosse differenze fra il Piano regolatore e il Piano di governo del territorio – ha detto il sindaco Mario Lucini – il cambiamento di un’area è più complessa va a intervenire su una stratificazione di più piani collegati, il rischio è di scardinare una parte di Piano anche in modo inconsapevole». Si possono comunque fare emendamenti che riceveranno il parere degli uffici sulla loro compatibilità o meno. Nonostante un parere scritto del segretario generale, chiesto da Sergio Gaddi, Pdl, nella seduta del giorno seguente, mercoledì 5 giugno, le minoranze hanno ribadito la propria contrarietà e chiesto la convocazione dell’Ufficio di presidenza per normare in maniera definitiva la questione. Dopo quaranta minuti d’incontro, a maggioranza (Cenetiempo contrario), le modalità sono state ribadite, anche con una votazione consiliare, chiesta da Rapinese, in cui la maggioranza ha ribadito la propria interpretazione. L’opposizione ha quindi chiesto tempo per consultarsi in un paio di lunghe riunioni, mentre è cominciato il dibattito.

«Dalla Regione è arrivato un chiaro invito a chiarire le ipotesi di sviluppo comunale – ha detto Laura Bordoli, Gruppo misto – vi sono gravi lacune per quanto riguarda lo sviluppo turistico, produttivo e commerciale. Non vedo quale sia l’idea di città e la progettualità». «Di cosa vivrà la città? Quale il mezzo di sviluppo alternativo?» ha chiesto Gaddi. Mentre per Ceruti, accolta un’osservazione su S. Martino, l’area non sarà più completamente tutelata.

«Cardina deve essere compresa nel Parco della Spina Verde – ha detto Marco Butti, Gruppo misto – l’esperienza degli ultimi 10 anni fa vedere come il Parco urbano non abbia impedito gli abusi». «Il Consiglio comunale ha già deliberato l’ingresso della collina nel Parco regionale nel dicembre del 2003 – ha dichiarato Mario Molteni, Per Como – Credo che questa Amministrazione abbia la tutela del verde nel proprio Dna, ma un domani il Parco urbano non credo tutelerebbe la collina». D’accordo anche Diego Peverelli, Lega, che si è detto orgoglioso del provvedimento preso allora dall’Amministrazione di cui era assessore al Verde.

Un tweet pubblicato da Spallino ha animato poi la discussione: «Consiglio, cominciata la discussione sul Pgt. Evidenti le pressioni per far saltare il banco». «Di che pressioni si tratta? Da parte di chi?» ha chiesto Cenetiempo. «In quali termini? In cosa consistono? – ha aggiunto Anna Veronelli, Pdl – Cosa possiamo fare noi consiglieri comunali per procedere nella discussione?» «Si possono aprire paure e retropensieri pericolosi» ha dichiarato Butti. «Assoluta stima e fiducia nei consiglieri – ha scritto sempre su twitter l’assessore, che potrà intervenire se vorrà sulla questione al momento della replica –. Ma le pressioni per recepire i vecchi volumi esistono e come». Vista l’ora la seduta è stata quindi aggiornata a giovedì 6 giugno, quando una conferenza dei capigruppo dovrà anche decidere i lavori e la scadenza per la consegna degli emendamenti. [Michele Donegana – ecoinformazioni]

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