Approvata l’alienazione degli immobili comunali e il Regolamento antenne

comuneIn vista del Bilancio e proprio per farlo quadrare Palazzo Cernezzi approva la dismissione, in tre anni degli immobili commerciali, alcuni anche di pregio come il bar di Palazzo Natta, e il prezzo della cessione aree. Unanimità per il nuovo Regolamento per minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici

Marco Butti, Gruppo misto, in una delle dichiarazioni preliminari ai Consigli comunali di Como di lunedì e martedì 24 e 25 giugno, ha posto il problema del degrado della stazione di Como S. Giovanni oltre alla drastica diminuzione degli intercity dichiarandosi pronto a protestare: «Stigmatizzando l’arrendevolezza dell’assessore regionale ai trasporti». Contro l’acquisto degli F35 è intervenuto invece a nome del suo gruppo Paco-Sel e del M5S, Luigi Nessi. Che ha ricordato la manifestazione e la mozione parlamentare di Sinistra ecologia e libertà e del Movimento 5 stelle per fermare in questo momento di crisi la commessa a favore del Ministero della difesa per i nuovi aerei da caccia. Enrico Cenetiempo, Pdl, ha invece chiesto di sistemare il manto stradale in via Adamo del Pero e riempire le buche ai giardinetti di via Vittorio Emanuele II, mentre il capogruppo di Adesso Como, Alessandro Rapinese, si è scagliato contro la dirigente della Biblioteca comunale Licia Viganò, ex sindaca di Orsenigo, esponente della segreteria del Pd comasco, nominata presidente di Spt Spa: «Perché cumulare cariche quando ci sono tante persone preparate?». Luca Ceruti, M5S, ha invece presentato due mozioni urgenti per la sospensione e la revoca del nuovo bando per l’affidamento della gestione del calore degli immobili comunali. Un provvedimento adottato dalla Giunta Bruni pochi giorni prima dell’insediamento della nuova Giunta Lucini. Il consigliere pentastellato ha citato anche un documento consegnato agli amministratori da Legacoop Como e Lecco che giudica inadeguato il provvedimento e denuncia come un «delitto non avvalersi del progetto pilota», promosso da Anci, di cui Como fa parte con altre tre città (Lecce, Milano e Trieste) a costo zero per l’efficientamento energetico degli stabili comunali.

Alienazioni

La discussione consiliare è ripresa quindi sul Piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare per il 2013-15. Bocciati tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno proposti. Per il futuro Bilancio di previsione del 2013 sono previste entrate per 1 milione  e 800mila euro, soldi necessari per far quadrare i conti, di qui la mancata accettazione di alcun emendamento che chiedesse lo stralcio di qualche bene dall’elenco dei vendibili.

La maggioranza ha perso la propria compattezza sulla vendita del bar all’interno di Palazzo Natta. Per cui le minoranze hanno chiedevano di soprassedere. «Andiamo a vendere una parte di un palazzo di pregio, molto ben ristrutturato deprezzandone quindi il valore complessivo» ha detto Cenetiempo, «ma è una cosa da vendere? – ha chiesto il capogruppo di Adesso Como Alessandro Rapinese – Andate su google mettete Palazzo natta e ditemi poi se è alienabile», «l’affittuario paga ora un affitto da 20mila euro, se lo acquista accendendo un mutuo è molto probabile che andrà a pagare 10mila euro, stiamo svendendo» ha aggiunto il capogruppo della Lega Alberto Mascetti. «Alienare solo gli immobili di scarso valore che non interessano nessuno non è l’obiettivo» ha risposto il sindaco Mario Lucini sostenendo la necessità di dover vendere «quelli commerciali non strategici per i servizi del Comune, anche se a nessuno fa piacere». Al voto Paco-Sel si è astenuta, mentre Per Como ha votato a favore con le minoranze. Un momento di tensione c’è stato quando Diego Peverelli ha minacciato ed è quasi venuto alle mani con il capogruppo del Pd Stefano Legani, che aveva commentato ad alta voce le affermazioni del primo durante un intervento. L’esponente leghista è stato accompagnato al proprio posto dai consiglieri vicini che sono riusciti a calmarlo.

Bocciato anche lo stralcio della vendita dell’edificio della farmacia di Monte Olimpino, proposto da Bordoli, ma anche, con un altro emendamento da Mario Molteni, Per Como, che non ha votato quindi con la maggioranza.

«Smembrare proprietà intere non ha senso» ha ribadito Cenetiempo, «pensate almeno di conservare quella parte di patrimonio che dà una rendita» ha rincarato Laura Bordoli, Gruppo misto, «è una necessità» ha replicato il capogruppo del Pd, che ha ricordato anche come le entrate non potranno comunque essere usate per la spesa corrente. Al voto l’alienazione è così passata con i voti di maggioranza, salvo Per Como.

Cessione aree

La maggioranza, con l’astensione delle minoranze e Per Como, ha poi votato la rivalutazione Istat dei prezzi di della cessione delle aree comunali, anche se ha assicurato l’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino: «Non ci sono aree da cedere ora».

Regolamento antenne

Tutti d’accordo poi sull’approvazione del nuovo Regolamento che definisce le aree di insediamento delle antenne per la telefonia mobile e la radiotelediffusione sul territorio comunale, diviso in tre aree distinte. Come ha spiegato l’assessore alla Sanità e all’ambiente Bruno Magatti, una entro 100 metri da ospedali e scuole e quei luoghi sensibili per la permanenza di persone e bambini in cui la potenza delle antenne non può superare i 300 watt, una con potenza fra i 300 e i 1.000 watt per le aree urbane e sopra i 1.000 per le zone disabitate. Per quanto riguarda la prima area l’assessore ha avuto conferma da Arpa che ad oggi non ci sono antenne che superino la potenza proposta. Nelle nuove domande di posizionamento verranno poi valutate dallo Sportello unico per le attività produttive, ha aggiunto Magatti: «Anche gli aspetti edilizi e paesistici». Approvate anche due modifiche, una di Giunta l’aggiornamento delle mappe e una di Ceruti per una maggiore tutela nelle aree a verde attrezzato per i bambini (il regolamento).

Sostegno famiglie

Bocciata invece la proposta di Pdl, Gruppo misto e Ada Mantovani, Adesso Como, per la devoluzione del gettone di presenza dei consiglieri alle famiglie in difficoltà che non riescono a pagare gli affitti al Comune. Una proposta definita come demagogica da Vito De Feudis, Pd, a cui ha fatto eco Mascetti. «Come certificare l’indigenza» ha chiesto Luigi Nessi, «manca il regolamento per la definizione dell’intervento» ha aggiunto Ceruti, «non può essere che una maggioranza decida del diritto del singolo consigliere di ricevere il gettone» ha dichiarato Vincenzo Sapere, Paco-Sel, «non si può obbligare qualcuno a cedere il proprio emolumento» ha ribadito Legnani. Una bocciatura corale articolatasi in un discorso sulle spese per la politica riconosciute forse come eccessive ad un livello superiore, «non siamo noi la casta», e la necessità di un riconoscimento dell’impegno profuso a favore della collettività. «Un contributo è necessario perché di politica non si occupi solo chi se lo può permettere, ma anche studenti, precari, disoccupati» ha detto Marco Tettamanti capogruppo di Como civica. «Non volevamo fare demagogia, ma porre all’attenzione un problema e vedere se si poteva trovare una soluzione» la replica di Bordoli.

Data l’ora l’assemblea è stata quindi aggiornata a giovedì 27 giugno. [Michele Donegana – ecoinformazioni]

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