Illuminazione a Led

cernezziPalazzo Cernezzi pensa in futuro a riqualificare l’illuminazione pubblica e dibatte sulla definizione delle zone di rilevanza urbanistica

Della manifestazione a Roma per la salvaguardia della Costituzione hanno parlato, nelle preliminari al Consiglio comunale di lunedì 14 ottobre, il capogruppo di Paco-Sel Luigi Nessi, «non va cambiata, va applicata!», e Luca Ceruti, M5S, che ha anche chiesto di trovare un’alternativa al tendone invernale per i senza tetto: «Magari uno spazio al S. Martino». Un appello per la ristrutturazione degli impianti sportivi comunali, «quello di Muggiò era fatiscente già 25 ani fa», ha fatto invece il consigliere della Lega Nord Diego Peverelli.

Illuminazione pubblica

Ceruti ha quindi presentato la sua mozione per l’introduzione dei Led nella illuminazione pubblica cittadina. «Si ha un risparmio energetico del 15-20 per cento rispetto alle lampade tradizionali, anche rispetto a quelle agli ioduri, a fronte di un costo iniziale superiore dalle 4 alle 5 volte, quanto nella durata di circa 14 anni senza alcun deterioramento di potenza illuminante nei primi 5 anni, mentre le altre lampade hanno una durata massima di circa 6 anni con perdita di capacità luminosa già dopo i primi due anni» ha detto, ricordando inoltre, con rilevatori di presenza, la possibilità di accensione e riaccensione immediata «potrebbero essere utilizzati solo quando ci sono utenti, pedoni o automobilisti, e quindi non tenerli accesi tutta la notte come avviene ora».

L’assessora Daniela Gerosa ha ricordato che solo il 10 per cento degli impianti sono di proprietà comunale, 3.500 sono di Enel o Enel Sole, «l’80 per cento con un’età media molto alta, risalendo anche agli anni ‘70». Il Comune ha per ora solo una cinquantina di punti luce moderni a Led, per lo più la pazza di Monte Olimpino, e sta pensando a cosa fare per il 2014 «acquisire gli impianti e poi andare a gara o avvalersi del gestore attuale con Consip». Ovviamente non nasconde l’assessora che riscattare impianti vecchi da riqualificare costa meno che acquistarli rimessi a nuovo.

Tutti d’accordo sulla proposta, anche se Luigi Nessi ha ricordato la mancanza di un Piano energetico comunale, con qualche paura per la lentezza dell’intervento. Guido Rovi, Pd, ha ricordato come il piccolo Comune di Torraca in Campania, 1.300 abitanti, ha impiegato 6 anni a passare completamente ai Led, Marco Butti, Gruppo misto, ha ricordato la mancanza di manutenzione delle strutture attuali, una delle cause dei frequenti black-out. Andrée Cesareo, Pd, ha proposto un emendamento, approvato a stragrande maggioranza, per rendere più generica la proposizione finale e aprire alla possibilità di utilizzare anche altre tecnologie oltre ai Led, e la mozione, così corretta, è passata all’unanimità.

Zona di particolare rilevanza urbanistica

La concordia di intenti è finita con la presentazione di un’altra mozione da parte di Mario Molteni, Per Como, firmata anche da Ceruti, «per rivedere e modificare l’attuale situazione e, pertanto, a non considerare l’intero territorio comunale come una zona di particolare rilevanza urbanistica» .

«Via Adamello, via Frisia, non sono identiche a viale Lecco o viale Varese!» ha detto Molteni chiedendo anche un parere di legittimità sulla delibera del 1995 attualmente in vigore che fa di tutta la città un’unica entità. Un atto legittimo e inoppugnabile per il vicesegretario generale Ceresa per cui la stessa delibera fa riferimento alla normativa allora in vigore. L’oggetto del contendere è ovviamente la gestione delle aree di sosta, di quelle a pagamento e di quelle riservate ai residenti.

«Nel Pgt la zona di rilevanza urbanistica» ha ricordato il sindaco Mario Lucini «è tutto il territorio comunale». «Questo dimostra che lo avete approvato senza leggerlo! – ha attaccato il capogruppo di Adesso Como Alessandro Rapinese – Avete sbagliato nel Pgt che ora sta consentendo una follia, se la mozione viene approvata cade l’allargamento della Ztl». «Si sta uccidendo la Città murata!» gli ha fatto eco Sergio Gaddi, Pdl, mentre dagli altri banchi delle opposizioni, con toni più pacati, si è rilevata la differenza tangibile fra le differenti parti della città.

Il capogruppo del Pd Stefano Legnani ha dichiarato che un gruppo di lavoro sulla questione si è insediata da poco a Palazzo Cernezzi. «C’è una verifica in corso. Lasciamoli lavorare» ha detto paventando la possibilità che la stessa potrebbe arrivare alle medesime conclusioni della mozione proposta, «che è del tutto generica». Poco prima della mezzanotte, quando la seduta è stata sospesa e aggiornata a lunedì 21 ottobre, indispettito il sindaco ha ripreso la parola per scagliarsi contro Gaddi rinfacciandogli la presenza nelle Giunte precedenti che hanno sempre mantenuto in auge la delibera, e precisando «la mozione non dice valutiamo e decidiamo poi cosa fare, presume già una scelta contraria». [Michele Donegana – ecoinformazioni]

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