L’altra Europa/ Intervista a Loredana Lipperini

lippGiornalista, scrittrice, blogger e ora candidata nella circoscrizione Nord-Ovest con l’Altra Europa con Tsipras, Loredana Lipperini ha voluto concederci, ai margini dell’ aperitivo elettorale di martedì 29 alla Drogheria di Como, una breve intervista sull’avventura politica in corso, tra prospettive nazionali e continentali, diritti da difendere e progetti per un’altra Europa.

Quali possono essere, ad ormai 20 giorni dalle elezioni, le prospettive del progetto L’Altra Europa? Quale il suo spazio nel panorama politico attuale?

«Posto che la comunicazione della nostra presenza è stata praticamente inesistente, intendo da parte dei grandi media, cosa che spero possa cambiare avvicinandoci al 25 maggio, trovo che le prospettive della lista siano molto positive, per un semplice motivo: l’Altra Europa è l’unico progetto credibile presentato in questa campagna elettorale. Non lo dico solo da candidata, ma oggettivamente siamo gli unici che parlano di Europa non solo per le sue forme istituzionali, ma anche per il ruolo che deve avere nei confronti dei suoi cittadini. Le proposte di una nuova carta costituzionale, della revisione dei trattati continentali, del lancio di un social compact al posto del suo famigerato corrispettivo “fiscale” vanno appunto in questa direzione. Il nostro obiettivo è restituire dignità alle persone» ;

Domanda classica: perché un politico greco? Che valore può avere la candidatura di Tsipras in un Paese come il nostro?

«Alexis Tsipras viene da quella nazione che ha vissuto per prima, e nel modo più duro possibile, l’attuale crisi, paragonabile nei suoi effetti solo a quella del ’29. Tra l’altro su questo è interessante citare una serie di dichiarazioni di Ioannis Barouphatis, economista greco, che richiama le reazioni dei suoi colleghi ellenici all’inizio del crollo. L’esperto riporta l’incredulità dei maggiori luminari del settore, il loro stupore nel vedere come la lezione del ’29, studiata a scuola come un caso esemplare, non abbia significato nulla, e che finanza senza regole, austerity e politiche restrittive abbiano continuato ad essere presenti e dominanti nel panorama economico. Ecco, adesso sono loro, gli economisti intendo, i primi ad alzare la voce affinchè tutto questo cambi, e che un certo modo di fare venga definitivamente accantonato. D’altronde non abbiamo tante alternative, nessuno sarà immune alle conseguenze. La stessa Germania, che ha assistito al deragliamento di Grecia, Spagna, Portogallo ed Italia, non si illuda di essere al sicuro. Ora tocca alla Francia, e dopo ? »

Nessuno è al sicuro, quindi.

«Nessuno è al sicuro fino a quando una certa politica continuerà ad esistere. La politica dell’austerità, dell’economia slegata dalla realtà, che ragiona autisticamente su un concetto di finanza che si è dimostrato fallimentare. Dobbiamo tornare ad avere un progetto, una visione di un economia che non sia slegata non solo dai diritti delle persone, dai loro problemi reali, ma anche dalla cultura, dalla scuola, dall’eguaglianza di genere, dal welfare e dai servizi irrinunciabili. Da tutto quello che ci rende esseri umani, in poche parole».

Quale può essere il ruolo dell’Europa, in tutto questo? Cosa può contare davvero Bruxelles?

«Dovrebbe avere un ruolo centrale, decisivo. E’ qui che possiamo costruire la nostra alternativa: non più un Europa divisa su due piani, prima i conti a posto e poi forse tutto il resto, ma un Europa che vincoli i Paesi membri a crescere, ad adottare quelle buone pratiche che altrove hanno dato buoni frutti, nelle politiche sociali e nella difesa della dignità degli uomini e delle donne. E’ questa la mia idea di Bruxelles»;

Un ultima curiosità: che Paese hai trovato, nei vari giri elettorali? Ci sono segnali di un inversione di tendenza?

«Ho trovato un Italia che ha voglia di sperare, un Italia giustamente arrabbiata, svilita e triste, ma che vuole ricominciare ad usare una parola che ci è stata negata per molto tempo: futuro»[ Luca Frosini, ecoinformazioni]

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