
La scuola di Renzi/ Una follia ideologica di autoritari dementi
Mentre sembra essere avviata a conclusione vittoriosa la battaglia del governo Renzi contro il Parlamento per imporre senza discussione il testo della “deforma” della scuola, cresce nelle scuole la rabbia e la più radicale presa di distanza dalle idee autoritarie e devastanti che delineano la “buona” scuola del capo del Pd. Il commento sul maxi emendamento del governo di Andrea Bagni, vicedirettore della rivista comasca école: «… è una follia ideologica di autoritari dementi». L’oltraggio, la violenza alla cultura, alla scuola e a chi lavora nella formazione è così grave da generare non solo opposizione diffusa, ma anche disgusto e voglia di andarsene.
«Letto il maxi emendamento mi viene un dubbio. Nel comitato di valutazione che premia gli insegnanti migliori sono previsti tre docenti, uno eletto dal consiglio di istituto, due dal collegio dei docenti. Il tg della Sette dice che sono la maggioranza, come se contassero le maggioranze e le minoranze delle componenti nella valutazione del “merito”, quasi si trattasse di un conflitto sindacale o politico. Oltre a loro il dirigente, un genitore e uno studente (alle superiori), un esperto “esterno”. Giudicare una/un collega che non si è mai visto lavorare in classe, per un tempo significativo, è un casino. Se il comitato andasse una tantum in classe a vedere, come nel principio di Heisenberg la loro presenza cambierebbe molto se non tutto. I criteri su cui fondare la classifica dei vincenti restano indefiniti – Recalcati o Mastrocola non premierebbero gli stessi. Non lo fossero, vorrebbe dire che c’è una pedagogia di stato cui uniformarsi. Peggio che mai. Giudicare i risultati raggiunti di nuovo immerge in un mare di variabili che fanno esplodere le misure. Più che un casino, è una follia ideologica di autoritari dementi. Peraltro, mi pare complicato che gli insegnanti eletti possano essere fra i premiati: non basterà che escano al momento del voto… La domanda che sorge spontanea è, Perché mai qualcuno/a dovrebbe partecipare a una cosa del genere, perché far parte di questa idiozia, talmente ridicola da essere umiliante per tutti?
Lo slogan da proporre a insegnanti, genitori e studenti dovrebbe essere l’antica canzone del vecchio Guccini. Noi non ci saremo…» [Andrea Bagni, école]