Emergenza umanitaria/ Sinistra italiana interroga Alfano

luiginobordocelesteDopo la visita a Como San Giovanni è stata  presentata da Franco Bordo e dal capogruppo Arturo Scotto, in rappresentanza di tutto il gruppo parlamentare di Sinistra italiana, l’interrogazione a risposta scritta al ministro degli Interni Angelino Alfano per  conoscere: «Quali interventi urgenti intenda mettere in atto il Ministero dell’Interno per risolvere la complessa situazione presente nella città di Como e in cui versano moltissime persone già in condizioni di grave disagio; Quali azioni intenda il Ministero dell’Interno attuare affinché la prefettura accetti di coordinare le azioni necessarie per l’accoglienza, l’assistenza e il ricovero dei profughi bloccati alla frontiera di Chiasso, azioni che non possono evidentemente ed in alcun modo pesare dal punto di vista organizzativo ed economico sul solo Comune di Como; Quali azioni intenda attivare il Ministero per gli Affari Esteri affinché la Repubblica Elvetica predisponga dei “corridoi umanitari” per i profughi che intendono attraversare il territorio svizzero». Leggi nel seguito per post il testo integrale dell’interrogazione.

Per sapere, premesso che:

– Al fine di renderci personalmente conto della situazione, in data giovedì 21 luglio abbiamo passato la serata presso la stazione ferroviaria della città di Como, in cui sostano dai primi giorni di luglio molti profughi, in massima parte eritrei, ma anche etiopi, ghanesi e provenienti da altre regioni africane, che tentano quotidianamente di recarsi in Svizzera per raggiungere la Germania ed altri paesi del nord Europa per trovare rifugio e ricongiungersi a parenti e conoscenti;

– La frontiera Svizzera risulta chiusa per loro e i profughi che riescono ad arrivare a Chiasso vengono rinviati in Italia. Queste persone, prive di pubblica assistenza, rimangono giornate e notti intere nei pressi della stazione nella speranza di poter risalire su un treno che permetta loro di oltrepassare la frontiera;

– per affrontare l’emergenza l’8 luglio si è attivata le Rete Como senza Frontiere alla quale hanno già aderito tra gli altri: Arci Como, Arci-ecoinformazioni, Casa d’Arte asd, Unione Sportiva Acli, Cgil Como, Comitato Cantù antifascista, Coordinamento Arte migrante Como, Coordinamento comasco per la Pace, Donne in nero Como, L’isola che c’è, Missionari comboniani di Como e Venegono, Parrocchia di Rebbio, Scuola di italiano di Rebbio, Unione degli studenti Como, alcuni consiglieri comunali;

– La Rete dei servizi per la grave marginalità (Comune, Caritas, Cri, ed altre organizzazioni) si sta prodigando per gestire la situazione ma denuncia una mancanza di coinvolgimento delle Istituzioni, Stato e Regione;

–          Purtroppo, nonostante lo straordinario impegno e la solidarietà di cittadini e cittadine, di fatto si è creato un accampamento nel parco antistante la stazione ferroviaria;

– La stazione ferroviaria rimane chiusa di notte dall’1.15 e i bagni vengono chiusi dalle 21;

– dal 22 luglio nel parcheggio dell’ex Stecav (una struttura del Comune) sita in viale Innocenzo XI, di fianco al Comando della Polizia Locale, nei pressi della Stazione San Giovanni, sono stati montati due tendoni (6 metri per 9) per ospitare di notte donne e bambini. Come servizi igienici vengono utilizzati i bagni presenti nella vicina struttura dell’ex Stecav;

–  il Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana funge da unico punto di riferimento per gli aspetti igienico-sanitari, gestendo il coordinamento delle relative azioni ed assicurando la presenza di un presidio mobile sanitario, nonché l’installazione di moduli di servizi igienici in prossimità della stazione, d’intesa con il Comune di Como e Centostazioni;

– la Caritas Diocesana coordina la regolare fruizione delle docce presenti negli spazi messi a disposizione dal Collegio Gallio (docce e bagni sono disponibili dal 23 luglio);

–  La Caritas Diocesana coordina la distribuzione del vestiario, della biancheria e di altri generi di prima necessità;

mancano mediatori linguistici, fondamentali per approfondire le singole situazioni e cercare di porre il più possibile rimedio alle differenti e gravissime condizioni in cui versano queste persone;

–     Tale situazione, da un momento all’altro, potrebbe determinare episodi di violenza da parte di persone intolleranti o di movimenti della destra xenofoba;

– La Prefettura il 21 luglio ha nominato il Comune coordinatore degli interventi, ma senza stanziamenti di risorse economiche, il che pone l’Amministrazione Comunale in stato di grande difficoltà;

– all’incontro del 22 luglio tra la delegazione delle forze politiche della maggioranza nel Consiglio comunale di Como ed il Prefetto di Como, è stata nuovamente richiesta l’attivazione della Protezione civile, ed è stato confermato dalle forze politiche che l’emergenza che ci si trova  a gestire sul territorio comunale non è un problema locale ma nazionale, per il quale le risorse delle realtà istituzionali e associative del territorio possono, col perdurare dell’emergenza, risultare insufficienti, nonostante gli sforzi, l’impegno, l’attenzione dei comaschi. E’ necessario (seppur non sempre facile da farsi) conciliare il rispetto della normativa vigente con l’attenzione concreta ai problemi. Le soluzioni messe in campo da Comune, Coordinamento dei servizi per la grave marginalità, rete “Como senza frontiere”, rappresentano al momento una risposta positiva e generosa (che ci siamo impegnati a sostenere e far conoscere) ai bisogni manifestati dalle persone che si trovano in stazione.  Il Prefetto ha nuovamente dato una risposta negativa, poiché la Prefettura ritiene che la situazione debba essere gestita esclusivamente sotto il profilo dell’ordine pubblico;

Quali interventi urgenti intenda mettere in atto il Ministero dell’Interno per risolvere la complessa situazione presente nella città di Como e in cui versano moltissime persone già in condizioni di grave disagio;

Quali azioni intenda il Ministero dell’Interno attuare affinché la prefettura accetti di coordinare le azioni necessarie per l’accoglienza, l’assistenza e il ricovero dei profughi bloccati alla frontiera di Chiasso, azioni che non possono evidentemente ed in alcun modo pesare dal punto di vista organizzativo ed economico sul solo Comune di Como;

Quali azioni intenda attivare il Ministero per gli Affari Esteri affinché la Repubblica Elvetica predisponga dei “corridoi umanitari” per i profughi che intendono attraversare il territorio svizzero». [Franco Bordo, Arturo Scotto, Sinistra italiana]

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