Non omnis moriar/ Il Volta tra classici e innovazione

Sabato 12 maggio al Liceo classico e scientifico Alessandro Volta di Como, si è svolto il concorso di traduzione dal latino “Non omnis moriar”.

Il concorso, giunto ormai alla sua decima edizione, è stato ospitato per la prima volta dal liceo comasco, che tuttavia figura fin dall’inizio tra le 5 scuole fondatrici del concorso stesso, insieme ai licei classici di Busto, Varese, Saronno e Gallarate. Si tratta di un concorso “itinerante”, che di edizione in edizione viene ospitato in una delle cinque scuole suddette. Si rivolge ai giovanissimi latinisti dei licei classici, studenti della quinta ginnasio, il secondo anno al liceo classico. L’autore prescelto dal concorso è sempre stato Cesare, con brani tratti variamente dal De Bello Gallico o dal De Bello Civili.

La prova consta principalmente di una traduzione dal latino e di un commento guidato da specifiche domande grammaticali e di comprensione. Il liceo Volta ha sempre invitato i suoi più valenti studenti a prendere parte a questo progetto: Franco Gelli, referente del concorso e professore presso il liceo Volta, spiega che non c’è mai stata alcuna prova di selezione per scegliere quali studenti potessero accedere al concorso, la partecipazione dipende unicamente dalla scelta dello studente, tuttavia ogni istituto può candidare solamente 10 alunni.

Concorso al quale hanno partecipato, ovviamente gli studenti delle altre quattro scuole fondatrici, ma anche di istituti esterni, per un totale di 68 concorrenti. La giuria, presieduta dal professor Massimo Gioseffi, docente di Letteratura Latina presso l’Università degli Studi di Milano, e composta da una commissione che comprende docenti provenienti da ciascuna delle cinque scuole fondatrici, ha già stabilito i tre finalisti e una menzione d’onore, ma per scoprire i nomi dei vincitori gli studenti dovranno attendere fino a domani, sabato 19 maggio. In mattinata avrà luogo la premiazione ufficiale, presso l’Aula Magna del liceo Volta, accompagnata da un rinfresco per tutti i partecipanti. Alla premiazione sarà presente il preside del Liceo, Angelo Valtorta, che ha provveduto a estendere l’invito al provveditore alla cultura del comune di Como; la cerimonia di premiazione sarà inoltre animata da un’esibizione del gruppo teatrale del Liceo. Per quanto riguarda i vincitori, si parla di premi in denaro, che variano dai 400 euro per il primo posto, 250 per il secondo e 150 per il terzo.

aula benzi

L’obiettivo del concorso, spiega il professor Gelli, è quello di permettere agli studenti appassionati di materie letterarie di allargare i propri orizzonti, mettersi alla prova ed entrare in contatto con altri studenti che condividono con loro le medesime passioni. Si tratta di un’occasione importante per i giovani studenti, ma alcuni di loro non sono nuovi all’esperienza dei concorsi: Pietro Grigioni e Paola Corradi, della classe V A, raccontano di aver già preso parte all’Agon di traduzione dal greco, organizzato dal Liceo Alfieri di Torino. Una chiacchierata con Pietro Grigioni, Paola Corradi, di V A, Filippo Arculeo e Aurora Scaglione, di V D (tutti quanti hanno partecipato alla corrente edizione di Non omnis moriar) svela cosa si cela dietro i nomi di questi giovanissimi, che hanno compiuto la scelta, ormai fuori moda, di intraprendere gli studi liceali classici. Alla domanda “siete soddisfatti della vostra scelta?” rispondono tutti e quattro con estrema sicurezza, quasi che la risposta fosse del tutto scontata: non solo sono soddisfatti del percorso intrapreso, ma guardano con speranza al futuro. Alcuni di loro hanno scelto il liceo classico perché provenienti da famiglie in cui la tradizione degli studi classici è radicata, altri convinti che il classico apra qualsiasi porta universitaria, altri ancora perché appassionati di lettura o su consiglio dei professori delle medie. Non sono classicisti fabbricati con lo stampino però: se da un lato Paola mi racconta la propria passione per la storia e in particolare per la storia antica e medievale, Filippo e Aurora al contrario mi rivelano di amare la matematica. E soprattutto non sono studenti ingobbiti sui libri in pieno stile Leopardi, come il mito del classico lascerebbe intendere. Questi ragazzi praticano sport a livello agonistico, studiano musica al conservatorio, leggono per piacere personale, frequentano corsi di fumetto: altro che vita sociale deceduta!

Parlare con questi giovani classicisti dà speranza a chiunque di noi pensi che il liceo classico sia ormai un’istituzione vetusta e destinata a finire; questi studenti ci confermano che, al di là dei programmi serrati e dei metodi antiquati, il liceo classico nasconde ancora passione e pregi. Allo stesso modo la pensa Angelo Valtorta, preside del Liceo da quest’anno scolastico 2017-2018. Il suo progetto è quello di aprire la sua scuola a innovazioni di grande portata, per far fronte alla crisi generalizzata che molti licei classici in tutta Italia stanno vivendo, negli ultimi anni. Il preside racconta e anticipa alcune delle proposte che verranno avanzate a partire dall’anno scolastico 2018-2019 agli studenti entranti, proposte che riguardano tanto le sezioni di studi classici quanto quelle di indirizzo scientifico (introdotte dal 2015 e che hanno già raggiunto la quota di tre). Una di queste è il Percorso Cambridge, che prevede l’insegnamento in lingua inglese di tre materie e il conseguimento della certificazione di lingua a livello B2 alla fine del secondo anno, con la possibilità di acquisire anche la certificazione di livello C1 (il penultimo livello nella scala stilata dalla Cambridge) entro la fine del triennio. Una ventata di novità e uno spiraglio di rivincita al liceo Volta, criticato spesso negli ultimi anni per il suo attaccamento a metodi e modi di pensare ormai antiquati: speriamo che questi tempi siano ormai definitivamente sepolti e che nei prossimi anni la scuola riesca a coniugare la passione e l’attenzione per il passato con la costruzione di un nuovo orizzonte futuro di crescita e apprendimento. Ovviamente senza mai dimenticare il potere di quelle parole antiche che ancora oggi studiamo, che ancora oggi ci parlano. È infatti anche grazie alle nostre parole, strumenti preziosi nell’esistenza umana, che possiamo sperare di essere ricordati, e forse anche questi studenti un giorno potranno affermare con sicurezza, come faceva il buon vecchio Orazio: non omnis moriar, non morirò del tutto!  [Martina Toppi, ecoinformazioni]

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