
Orgoglio socialista in movimento
Se l’assemblea dei Socialisti in movimento del 30 giugno, ospitata dal Circolo W. Brandt, a Como, voleva essere momento significativo di rinascita dell’orgoglio socialista, si deve ammettere che i promotori hanno ottenuto un risultato importante: ragionare della cultura socialista come di una componente essenziale per la ricostruzione della sinistra del futuro, con la cura di tenersi prudentemente lontani dal “reducismo” e dalle recriminazioni sulle divisioni del passato, riecheggiate – in una discussione durata quasi sei ore – solo in modo marginale.
A sollecitare la riflessione dei Socialisti in movimento e dei loro ospiti (di Articolo1_Mdp. Sinistra Italiana e Pd) sono state alcune circostanze che attengono alla prospettiva italiana ed europea. La prima è la drammatica crisi della “sinistra” degli ultimi decenni –non solo in Italia – che ha riportato in primo piano la necessità di rendere la definizione del vecchio “campo progressista” meno generica ancorandola a un baricentro meno vago e capace di suscitare l’interesse delle masse popolari oggi lontane dall’incrociarne la sensibilità e le proposte. La seconda è la constatazione che, in varie parti del mondo, dal Regno Unito agli Usa, passando per le esperienze di governo in Spagna e Portogallo, l’espressione “socialista” torna oggi a essere rivendicata come la sigla di progetti radicalmente riformatori e sembra raccogliere un consenso diffuso, specie tra i giovani. Infine, sul tappeto è c’è oggi la proposta di dare vita a un soggetto politico disposto a valorizzare l’apporto di energie provenienti dalla tradizionale area socialista e, soprattutto – almeno in una parte dei promotori -, di assumere come elemento fondativi l’orizzonte della cultura socialista.
La discussione, non a caso, ha visto la partecipazione, tra l’altro, di esponenti socialisti candidati nelle liste di Liberi e uguali nelle elezioni del marzo scorso, come Felice Besostri, Francesco Somaini e Giuseppe Nigro, tutti determinati nel chiedere che il Movimento sia parte fin d’ora della costruzione del nuovo partito, e del capogruppo di Leu alla Camera Federico Fornaro, venuto a testimoniare l’attenzione per il dibattito in corso nel mondo socialista.
È toccato a Sergio Simone, l’ospite dell’iniziativa, tracciare un bilancio in chiaro-scuro dell’esperienza avviata, mettendo in luce la contraddizione che i socialisti – e non solo loro, per la verità – colgono tra la collaborazione in atto sui territori, a partire da Como, e il carattere verticistico e burocratico che il processo continua a mostrare a livello centrale.
Su queste basi, il coordinatore dei Socialisti in movimento, Roberto Biscardini, ha concluso l’incontro suggerendo di adottare una posizione “attendista”, non nascondendo lo sconcerto per la notizia della costituzione del Comitato promotore del nuovo soggetto e il rammarico per il fatto che, ancora una volta, la “componente socialista” non vi sia rappresentata con la sua soggettività e con le sue ragioni.