
Obbedire alle leggi giuste/ Presidio in solidarietà a Carola

Nella serata di lunedì 1 luglio alcune centinaia di persone hanno dato vita a un presidio in solidarietà a Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3 approdata, per permettere ai migranti salvati di essere finalmente assistiti, a Lampedusa sabato 29 giugno e, ora sotto processo per resistenza, favoreggiamento e tentato naufragio doloso.
Il presidio, che si è svolto in piazza Grimoldi a Como dalle 20, ha visto la partecipazione, oltre che di molti singoli e singole solidali alla Capitana, di Como senza frontiere, Emergency, Arci Como, della parrocchia di Rebbio (presenti don Giusto e alcuni migranti ospitati nella struttura di via Lissi), Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Partito democratico, Coordinamento comasco per la Pace, Legambiente e numerose altre organizzazioni.
Moltissimi gli interventi a sostegno di Carola e ostili alle politiche di un ministero degli interni che più di uno ha definito fascista. Diverse anche le scuse a Carola per ciò che sta vivendo e subendo da parte dello stato italiano e per gli insulti indirizzati contro di lei a seguito della sua azione di umanità e solidarietà.
Fabio Cani, portavoce di Como senza frontiere, ha sottolineato, nell’intervento di apertura, come la manifestazione non fosse a sostegno dell’illegalità e dell’infrazione della legge, bensì in favore delle leggi vere e cioè della Costituzione e della Legge del mare. Il decreto Salvini, comunque si voglia intenderlo dal punto di vista morale, viene dopo pilastri del diritto nazionale e internazionale e per questo deve essere ad essi subordinato.
Molti gli interventi di nativi e migranti. Ha destato particolare emozione il discorso di una donna a africana, reduce dagli orrori del genocidio in Ruanda e in Congo, che da anni in Italia, ha ricordato quanto sia ingiusto e criminale il razzismo che si sta sviluppando nel paese: «La cattiveria più stupida è il razzismo» e quello di don Giusto Della Valle che ha denunciato come le attuali leggi inumane siano state preparate da provvedimenti imputabili al precedente governo di centrosinistra e al ministro degli interi Pd Minniti e ha proposto che a essere arrestati non siano i soccorritori ma chi vuole arrestarli. Applauditi anche gli interventi di Fabrizio Baggi del Prc (tra i propositori della manifestazione) che ha definito chiaramente fascista l’azione governativa invitando a una nuova Resistenza, di Celeste Grossi di Sinistra Italiana che ha richiamato la necessità di non contrapporre odio a odio, linguaggio violento a linguaggio violento: «Non si distrugge la casa del padrone con gli strumenti del padrone», «l’innominabile che ora dice “Giustizia è fatta” non si rende conto che il processo a Carola sarà di fatto un processo al suo decreto sicurezza bis», di Manuela Serrentino che ha letto una lettera a Carola ponendosi nei suoi confronti come una madre orgogliosa che, potendo, le comprerebbe una barca più grande per salvare ancora più vite, di Leyla Barat che ha ricordato a Salvini che il soccorso è un dovere universale che lei stessa dovrebbe, pur controvoglia, adempiere anche nei suoi stessi confronti, laddove il ministro si trovasse ad annegare in mezzo al mare (o al lago, come si preferisce).
Sono intervenuti anche molti singoli, migranti e non, che hanno invocato giustizia per Carola e ribadito come debbano essere la Costituzione e leggi storiche e generali a guidare le scelte politiche, non la mera ricerca di consensi elettorali e di appoggio popolare.
Al termine del presidio, che è stato caratterizzato anche dalla Marcia per i nuovi desaparecidos, sono stati letti i nomi di alcuni morti in mare, seguendo la tradizione ormai più che biennale delle manifestazioni di denuncia contro la disumanità promosse da Como senza frontiere.
In conclusione, ancora Fabio Cani ha mostrato la sua preoccupazione di fronte ad una situazione che appare critica per chi si appella alla giustizia e all’umanità, e ha chiesto ai presenti di continuare a mettere in gioco corpi ed intelletti per partecipare a una lotta che purtroppo appare come lunga e difficile, ma che mette in gioco valori fondamentali come l’umanità e la solidarietà, nonché le vite di migliaia di persone che tutt’ora continuano a rischiare la vita sulle rotte migratorie, in cerca di un utopico futuro vivibile. Non è mancato un riferimento al Nuovo regolamento di polizia definito inaccettabile e capace di dare danni a tutte e tutti ma soprattutto alla parte di popolazione più fragile della città.

[Pietro Caresana, ecoinformazioni] [Foto di Francesco Mosca, Emergency]
Guarda i video di tutti gli interventi sul canale di ecoinformazioni.