
Culturattiva/ Musica oltre la censura
Il quarto presidio Culturattiva, organizzata da Unione degli studenti Como, ha portato in piazza una pesante denuncia nei confronti del Comune, colpevole di aver ostacolato in ogni modo un concerto organizzato dai/dalle studenti, fino a renderlo impossibile. Contro quella che è stata vissuta come una censura, Uds ha comunque invitato chiunque volesse a suonare e ha organizzato un pomeriggio di musica nonostante l’assenza di amplificazione.
La vicenda, narrata a più riprese durante la manifestazione, è abbastanza grottesca. Va premesso che, normalmente, per organizzare un evento musicale serve un preavviso di 30 giorni; Uds racconta che, parlando con alcuni degli uffici del Comune, gli è stato detto che si poteva organizzare anche in meno tempo. Compilata tutta la documentazione, i/le ragazzi si sono visti dire picche, data l’assenza di una serie di ulteriori fogli da presentare (che non erano stati precedentemente richiesti). Svolte anche queste pratiche, tutto sembrava completo per l’approvazione ma, senza che ci fossero comunicazioni ufficiali oltre al primo sollecito di arricchire la documentazione, tramite un giro di telefonate e voci di corridoio i militanti sono venuti a sapere che, per via della situazione covid, servivano delle sedie. La presenza delle sedie, però, rimandava a capo una pratica che, sempre per vie traverse, si è saputo che per principio non sarebbe stata mai portata a buon fine.

Uds ha dovuto rimediare alla situazione con un presidio-toppa costruito la sera prima, dopo aver fatto circolare un comunicato di annullamento improvviso e aver lasciato a bocca asciutta chi doveva suonare ed il tanto pubblico che si preparava a partecipare al concerto. Culturattiva rivendica, come ciclo di iniziative, l’opposizione alla marginalizzazione dell’arte e della cultura; ora è evidente che veramente della cultura, alle istituzioni, non interessa proprio.

Nonostante questo, il presidio è riuscito molto bene, nonostante una sensazione dolceamara dovuta al fatto che tanta gente si è fermata a ballare e ascoltare i musicisti, ma che c’era la consapevolezza che sarebbe potuto essere qualcosa di molto più bello e significativo. La delusione è stata grande, anche da parte di alcuni passanti che sono intervenuti al microfono aperto del presidio, nel constatare come i tifosi del calcio Como abbiano piena agibilità, mentre gli studenti e la cultura siano censurati. Per sottolineare questa disparità di trattamento, Uds ha inscenato un imbavagliamento di voci e strumenti, legati col nastro adesivo, resi muti così come il concerto stesso, osteggiato insensatamente fino all’esasperazione.
Culturattiva tornerà in piazza il primo venerdì di giugno, ma Uds promette che i tentativi di riportare la musica in una città di fatto morente non finiscono con questo disastro burocratico.

In generale, è vero che da un punto di vista formale le istituzioni riescono ad avere sempre ragione e che agli atti risulterà solo la carenza documentale di chi ha organizzato, ma dal punto di vista politico e culturale è chiara la volontà di impedire di riportare un evento di aggregazione in città. Il Comune ha fallito nel tutelare i propri cittadini, negando oltretutto un segnale di ripresa che, nella narrazione di “ripresa” dal covid, sarebbe stato funzionale anche sul piano propagandistico.
L’interrogativo è come proseguirà il rapporto tra Comune e Uds nei prossimi mesi e con le prossime manifestazioni: per ora sembra impossibile evitare un clima di tensione che sarà difficile distendere.