
Le stagioni per le persone migranti sono sempre quelle di una volta
Come ogni anno, la stagione estiva corrisponde a un aumento dei tentativi di percorrere le rotte che sulla terra e soprattutto sul mare conducono al cuore della Fortezza Europa. Anche quest’anno non fa differenza.
Non è solo un fatto meteorologico: la drammatica situazione che si evidenzia nei paesi di provenienza delle persone migranti non è cambiata, è solo peggiorata. In Libia, le condizioni di detenzione diventano sempre più tragiche mentre la cosiddetta Guardia costiera si rivela ogni giorno di più per quello che è: una banda di miliziani che persegue solo i propri interessi, incassando i finanziamenti italiani. In Tunisia la crisi politica ed economica cresce progressivamente. Nell’Africa subsahariana la situazione è peggiorata anche per l’impatto (sanitario, sociale, economico) della pandemia, cui i “paesi ricchi” si rifiutano colpevolmente di provare a trovare qualche rimedio. In Turchia il regime di Erdogan svolge in maniera sempre più autoritaria il compito di cane guardia che l’Europa gli ha affidato sommergendolo di denaro. In Grecia i campi profughi, anche quelli già colpiti da inondazioni e incendi, sono abbandonati a se stessi. Eccetera.
Non siamo noi a dirlo. Non sono le organizzazioni non governative. Sono le massime istituzioni mondiali, quelle volute da tutte le nazioni. L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, espressione delle Nazioni Unite, ogni giorno ormai diffonde appelli disperati perché vi si ponga rimedio, e soprattutto perché si metta in atto attraverso il Mediterraneo un sistema di salvataggio degno di questo nome. Sarebbe questo un dovere (non una “possibilità”) degli Stati, poiché sul mare vigono – oltre a quelle leggi ancestrali di solidarietà di cui tutti tessono le lodi (salvo poi dimenticarsene subito dopo) – precisi trattati internazionali, sottoscritti anche dall’Italia, che impongono (non “auspicano”) il salvataggio delle persone in pericolo.
E l’Italia cosa fa?
L’Italia, per opera del suo governo (un governo in cui quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento sono coinvolte), volta sdegnosamente la faccia dall’altra parte. Non solo conferma i “patti” con i peggiori governi disponibili sul mercato, primo fra tutti quello della Libia, perché tengano lontani i migranti dal “sacro suolo” della patria, non solo non raccoglie gli appelli delle persone in pericolo di vita, ma addirittura ritarda ignobilmente il permesso di sbarco alle centinaia di persone salvate dalle ong (che si sono dovute sobbarcare un compito che spetterebbe alle nazioni), vaneggiando sul concetto di “porto sicuro” (anche su questo, l’Organizzazione internazionale delle Migrazioni e l’ONU hanno detto parole inequivocabili).
Davvero le stagioni sono ancora quelle di una volta. Davvero siamo ancora nello stesso fango di Salvini e di Minniti. Davvero non si vuole cambiare niente, né riconoscere un minimo principio di umanità.
Davvero questo governo, come altri che l’hanno preceduto, straccia giorno dopo giorno, articolo dopo articolo, la Costituzione repubblicana e antifascista a cui tutti dovrebbero attenersi. Mentre si decide di non mettere in atto alcun meccanismo istituzionale di salvataggio e accoglienza, si decide di finanziare con “qualche” miliardo di euro un nuovo aereo militare, un caccia “di nuova generazione”. Si sceglie di aggiungere morte a morte. Colpevolmente e consapevolmente.
Purtroppo, tutto questo avviene nella sostanziale indifferenza della maggior parte della popolazione, anche di molte associazioni democratiche.
Como senza frontiere, pur consapevole di non riuscire a fare tutto quello che si dovrebbe fare, chiede a tutti e tutte di fare sentire la propria voce, perché il governo italiano che ha il dovere di rappresentare i valori democratici della Costituzione cambi finalmente politiche, dentro e fuori i confini nazionali, per affermare il principio di umanità, oggi calpestato in ogni sua espressione. [Como senza frontiere]