Voci di donne nella guerra

Mercoledì 30 marzo alle ore 15.00 a Roma, nella Sala Caduti di Nassirya in piazza Madama 2, l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA) presenta il progetto Voci femminili nel buio della guerra nazifascista, realizzato da Maura Sala e Valter Merazzi.

L’evento – a cui partecipano la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, Maura Sala  e Valter Merazzi del Centro studi “Schiavi di Hitler”, Serena Colonna segretaria ANPPIA Nazionale, Anna Balzarro direttrice IRSIFAR e il giornalista Nicola Corda – potrà essere seguito sui canali della Web TV e Youtube del Senato.

Frutto della collaborazione tra Anppia e Centro Studi Schiavi di Hitler di Cernobbio (Como), raccoglie le video testimonianze di dieci donne che raccontano la guerra: Vilma Conti e Lidia Menapace staffette partigiane; Ida De Sandrè e Ines Figini deportate nei campi di sterminio per motivi politici; Giovanna Carbonoli e Pinuccia Gervasoni figlia e nuora di operai deportati per aver scioperato e deceduti a Gusen e a Kahla; Giovanna Marturano antifascista “a vita” e Anna Sacerdoti ebrea che in Svizzera trova la salvezza. Oltre alle testimonianze italiane ci sono i racconti di Emma Marklstorfer giovane testimone di Jeova nella Germania nazista e Ina Hevach deportata dall’Ucraina come lavoratrice coatta.

Scrivono Paola Rosiello e Maura Sala nel presentare la selezione di interviste:

«Differenti per età e contesto, queste ragazze del secolo scorso sono state protagoniste del loro destino e hanno compiuto una scelta o dovuto reagire agli eventi in tempi in cui il pericolo era quotidiano, costrette a “costruirsi un coraggio”, come dice Giovanna Marturano.

Il progetto  si propone come sussidio didattico per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado per due motivi. Il primo sembrerebbe ovvio e scontato: offrendo uno spaccato delle condizioni in cui vissero e operarono consapevolmente ragazze e giovani donne sotto il regime fascista e durante l’occupazione tedesca in Italia ed Europa, stimola al confronto immediato tra passato/presente e spinge alla testimonianza come esigenza di lasciare traccia di sé e del proprio vissuto, se ritenuto significativo per le generazioni future. (…) Il secondo, a nostro avviso più decisivo sul piano della didattica della storia, consiste nel superamento di quell’identificazione ancora troppo forte nel mondo scolastico, tra deportazione e Olocausto per cui a causa della scarsa conoscenza della Legge che ha istituito il Giorno della Memoria, si ritiene di lavorare solo sulla persecuzione e lo sterminio del popolo ebraico. Il video offre invece quell’ampia panoramica, limitatissima se non assente anche nei manuali scolastici, che aiuta gli studenti a capire che deportazioni, persecuzioni, torture, stragi e violenze, come manifestazione assoluta del male nel Novecento, riguardarono milioni di prigionieri militari e civili e impegnò il coraggio delle donne nel combatterlo.

Il progetto è visionabile ai link:

http://www.schiavidihitler.org/

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