Video / sanità partecipata

Nell’ambito del progetto Il futuro è oggi, mercoledì 20 aprile l’Università popolare Auser di Como ha ospitato il webinar Verso un sistema sanitario di comunità, con Giulia Galera , ricercatrice sociale Euricse, e Manuela Serrentino, medica e animatrice del comitato Cittadella della salute. Due contributi importanti per costruire una sanità partecipata, vicina ai bisogni delle persone, e per contrastare le politiche regionali di privatizzazione.

Come si costruisce un sistema sanitario di comunità? Partendo da due punti di osservazioni diversi, le relatrici sono giunte a conclusioni convergenti: sarebbe necessario difendere la sanità pubblica, messa sotto attacco dai processi di privatizzazione avviati da Formigoni e ancora ben presenti nell’ultima legge regionale, malgrado la pandemia abbia mostrato chiaramente i gravi limiti di questa impostazione.

Allo stesso tempo, sarebbe necessario riqualificare il sistema pubblico, migliorandone la governance, passando da una logica prestazionale ad una logica basata su prevenzione, analisi dei bisogni, epidemiologia, territorialità.

Gli strumenti non mancherebbero, a cominciare da quelli offerti dal Codice del terzo settore, co-progettazione e co – programmazione.

Non si tratta quindi di riproporre la contrapposizione tra stato e mercato – peraltro ben evidente – ma di esplorare un percorso diverso, già indicato da alcune buone pratiche come il parco diffuso conoscenza e benessere di Pellaro. Un percorso virtuoso, paritario, dove il protagonismo dei cittadini e l’universalismo dei diritti possono incontrarsi, lontani da logiche di profitto.

Scenari utopici? Forse, però scenari necessari, se non vogliamo rassegnarci a passare di emergenza in emergenza, di pandemia in pandemia, in un contesto che nega il diritto alla salute e arriva persino a minacciare il diritto di informazione, come abbiamo tristemente vissuto nella nostra realtà proprio in questi giorni con le querele temerarie nei confronti di chi ha denunciato le disfunzioni del sistema. [Massimo Patrignani – ecoinformazioni]

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