
Con la speranza sul volto
Sabato 2 luglio a Milano per il Pride circa 300mila persone si sono riversate per le strade, da piazza Repubblica, lungo viale Monte Santo, verso i Bastioni di Porta Nuova, piazza XXV Aprile, i Bastioni di Porta Volta e viale Elvezia, fino a giungere all’Arco della Pace per la parte conclusiva. Una marea contraddistinta da innumerevoli colori, identità, unicità. Le persone ci sono, belle e gioiose, con la speranza sul volto.
Tra gli interventi finali sotto l’Arco della Pace in occasione del Pride, quello del sindaco di Milano Giuseppe Sala è stato forse quello più importante da un punto di vista istituzionale. Sala ha annunciato dal palco, con tanto di camicia con taschino arcobaleno, che il comune di Milano ricomincerà a riconoscere come figli di entrambi i genitori i bambini e le bambine nate all’interno di una famiglia omogenitoriale.
Un annuncio accolto con l’applauso della marea arcobaleno che ha marciato partendo dalla stazione Centrale fino all’Arco della Pace. Una bella notizia, al netto degli affossamenti della legge Zan e di ancora troppe discriminazioni per la comunità LGBTQIA+. Ma il 2 luglio a Milano quelle quasi 300mila persone erano per la maggior parte gioiose e libere di essere sé stesse. Forse non basterà, ma vederci e vederle è stato un momento di vita felice. La rabbia, invece, è emersa solo parzialmente da alcuni interventi. E forse va bene così.
Ma le domande sono tante. Sarebbe possibile un Pride senza sponsor, o almeno senza eccessiva commercializzazione? Sarebbe ugualmente partecipato e otterrebbe la medesima diffusione mediatica? È sufficiente un cambiamento graduale, oppure ne serve uno radicale per ottenere i diritti richiesti?
I diritti che derivano da spinte riformiste spesso timide, sono fragili, e il caso degli Stati Uniti riguardo il diritto all’aborto è emblematico in questo senso. Per non parlare dell’ambiente. La casa brucia, e noi al suo interno siamo in grado di fare poco. Ma vale la pena provarci.
Intanto, godiamoci questi momenti di felicità, presenza e partecipazione di piazza. Perché i volti insieme, quelli sì, fanno intravedere la speranza. [Daniele Molteni, ecoinformazioni]



Foto in copertina e slideshow di Andrea Arisi, foto nella galleria di Daniele Molteni
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