
Salario minimo/ Insieme Pd, M5s, Si, Europa Verde, +Europa, Azione/ Renzi no/ Prc e Up altra proposta
Nota congiunta Di Conte, Fratoianni, Richetti, Schlein, Bonelli: «La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni.
Vogliamo infatti sottolineare con forza la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia.
Per raggiungere questa finalità la nostra proposta prevede che:
- al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore;
- a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali;
- la giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo;
- conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario;
- sia disciplinata e quindi garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso;
- sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati;
- sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso».
[Giuseppe Conte (Movimento 5 stelle), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Partito democratico), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+Europa)]
Per Prc e Up la proposta delle opposizioni al governo Meloni è un “accordo al ribasso”
«Un accordo al ribasso quello di Pd, M5stelle, SI e Azione su una proposta di salario minimo di 9 euro lordi l’ora. È la stessa cifra presente nella proposta del partito di Conte presentata ben 5 anni fa che quindi oggi, considerando gli anni di inflazione a due cifre, in quanto a potere d’acquisto vale a dir poco il 20% in meno.
Una cifra di per sé insufficiente a garantire al lavoratore e alla sua famiglia quella vita libera e dignitosa prescritta dall’art. 36 della Costituzione. Le tantissime famiglie, in aumento, composte da un lavoratore o, come succede più spesso da una lavoratrice, con un familiare a carico, con questa cifra si collocherebbero sotto la soglia di povertà.
Ma c’è di più; la paga oraria una volta istituita non sarebbe agganciata automaticamente all’inflazione in quanto il testo della legge prevede di lasciare la decisione sull’adeguamento a una commissione paritetica tra sindacati e datori di lavoro; come dire campa cavallo!
A conferma dell’aleatorietà di eventuali aumenti i promotori dicono di voler “scongiurare la spirale salari prezzi”; il che, se non fosse drammatico farebbe ridere nel momento in cui abbiamo salari che negli ultimi trent’anni sono diminuiti diventando i più bassi d’Europa mentre le imprese stanno macinando profitti con aumenti dei prezzi del tutto ingiustificati rendendosi responsabili dei due terzi del tasso d’inflazione.
Ma l’attenzione a tutelare prima di tutto le aziende si rivela nel punto in cui si dice che l’adeguamento dei contratti esistenti alla nuova norma non avverrebbe a carico, se in tutto o in parte non è chiaro, delle aziende per le quali è prevista una compensazione per i costi dell’adeguamento.
Gli aumenti, come avviene per il taglio del cuneo fiscale, non graverebbero sulle imprese ma sulla fiscalità generale, cioè di nuovo sui lavoratori e le lavoratrici.
Noi continuiamo con più impegno la campagna a sostegno della proposta di legge presentata come Unione Popolare per un salario minimo di 10 euro lordi l’ora indicizzato automaticamente all’inflazione, pagato integralmente dalle imprese. 10 euro è il minimo per una vita degna». [Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro Prc]
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