7Grani a Como sul palco della manifestazione nazionale contro ogni fascismo e intolleranza

L’Osservatorio democratico sulle nuove destre in piazza sabato 9 dicembre al fianco della rete Como senza frontiere.
La Fondazione Avvenire di Como, di fronte all’intollerabile provocazione fascista, esprime piena solidarietà e sincero apprezzamento e ringraziamento a tutte le associazioni che sul nostro territorio prestano la loro preziosa opera a tutela dei più elementari diritti umani troppo spesso negati ai migranti.
Anche quest’anno, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – sabato 25 novembre -, Cgil organizza a Como Run in red – #iodecidodivincerla, corsa-camminata che comincerà alle 15 in piazza Verdi, davanti al Teatro sociale (dove seguirà immediatamente la marcia per i nuovi desaparecidos organizzata dalla rete Como senza frontiere) per arrivare fino all’imbarco di Tavernola e fare ritorno al punto di partenza.
Tutte e tutti invitati a partecipare, come sempre, perché la violenza di genere è una questione che interessa donne e uomini, di ogni età e vissuto personale. Ogni giorno, perché essa si verifica quotidianamente, nella dimensione pubblica/formale e in quella privata. Insieme, perché un fenomeno di tale portata può essere radicato solo con un paziente, inarrestabile percorso di riflessione e di azione collettiva.
[AF, ecoinformazioni]
Ha avuto luogo tra le 18 e le 19 di sabato 30 settembre Riprendiamoci la libertà, iniziativa organizzata a livello nazionale (cento le piazze coinvolte) da Cgil, con il sostegno di Arci, per ribadire una volta di più la necessità di un intervento continuo e condiviso di uomini e donne contro la violenza di cui queste ultime continuano, loro malgrado, a essere vittime: per citare un dato locale, Telefono Donna Como ha registrato negli ultimi tre anni in media 260 richieste di aiuto all’anno. Le violenze non denunciate rimangono, com’è ovvio, impossibili da quantificare con esattezza.
Nelle parole di Chiara Mascetti, segretaria organizzativa della Cgil di Como, intento primo della manifestazione era e rimane “denunciare le modalità comunicative con cui viene affrontato il tema della violenza femminile” . Questa infatti, che rimane un fenomeno addirittura endemico nella società italiana (non solo, ma anche), sembra ad oggi non aver ancora trovato un’adeguata copertura mediatica, in senso quantitativo e qualitativo.
La poesia recitata in apertura a una manifestazione segnata dal colore rosso, Donne appassionate (Cesare Pavese, 1935, testo integrale in fondo all’articolo), fa riferimento alla volontà di alcune donne di esporre il proprio corpo e la propria persona in piena libertà. Libertà che, nella realtà dei fatti, resta negata, o quantomeno manipolata in chiave voyeuristica e commerciale; libertà che, come suggerisce il titolo stesso dell’iniziativa, è giunto il momento di riprendersi, come donne, e di restituire alle stesse, da parte degli uomini o di chiunque la violi; perché, è opportuno ricordare, anche le donne (alcune donne) esercitano talvolta comportamenti misogini.
La violenza per, alle, sulle, tra le donne va innanzitutto riconosciuta, e poi denunciata, sempre, ed è imperativo creare condizioni affinché ciò possa avvenire senza ritorsioni per le vittime; al tempo stesso, bisogna prendere le distanze da una “caccia al colpevole” che porti alla stigmatizzazione di un dato stereotipo sociale, solitamente già svantaggiato, come gli stranieri o i meno agiati; come se i maltrattamenti fossero una prerogativa di questi ultimi o, peggio ancora, un “privilegio” degli italiani, specie se economicamente stabili.
Per quanto la cronaca faccia ormai espressa menzione di “femminicidio” per gli atti di violenza – non solo letale, non soltanto fisica – perpetrati alle donne in quanto tali, essi non sembrano registrare cali significativi nella realtà dei fatti, tutt’al più, rimangono taciuti, o imputati alla condotta delle donne stesse, inappropriatamente ritratte come “colpevoli” di una risposta a tono, di un bicchiere di troppo, di un abbigliamento provocante; non soltanto nelle chiacchiere da bar ma anche, ed è grave, nel discorso istituzionale e nei principali canali d’informazione e comunicazione.
Come ha infatti dichiarato Mascetti: «anche l’utilizzo sbagliato delle parole è una forma di violenza». Così (tra l’altro) le restrizioni, le discriminazioni, i controlli sulla vita privata di una persona. È stata infatti contestata dallee dai manifestanti la depenalizzazione del reato di stalking, che lascia di fatto impunita una serie di comportamenti fastidiosi e irrispettosi ma, quel che è peggio, invasivi, subiti soprattutto dalla componente femminile della popolazione.
Per contrastare, punire e prevenire la violenza contro le donne, Mascetti ha invitato tutte e tutti i partecipanti a firmare l’appello di Cgil avete tolto il senso alle parole (recitato in piazza San Fedele da Alessandra Ghirotti), ricordando la data del 25 novembre come Giornata internazionale contro la violenza femminile.
Per quanto la partecipazione al ritrovo fosse numericamente ridotta a una cinquantina di persone (dato raggiunto o perfino superato da recenti e ben più contestabili iniziative para-politiche locali, va detto con un certo rammarico), è incoraggiante che tra queste vi fosse una consistente presenza maschile. Essendo la violenza di genere un fenomeno diffuso, trasversale e veicolato dalla cultura (o da determinate porzioni della stessa), altrettanto radicato, condiviso e culturalmente radicato dovrà essere il contrasto a essa.
[Alida Franchi, ecoinformazioni]
Guarda le foto di Alida Franchi della manifestazione
Guarda i video di Martina Toppi degli interventi di Chiara Mascetti e Alessandra Ghirotti
Donne appassionate (Cesare Pavese, 1935)
Le ragazze al crepuscolo scendono in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l’acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai copi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che i greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplano il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Cl son occhi nel mare, che traspaiono a volte.
Quell’ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando muta la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.
La cooperativa Csls di via Col di Lana 5/a ospiterà, martedì 3 ottobre dalle 21, la prima riunione organizzativa per la prossima Parada par tücc, che compierà dieci anni proprio nel 2018.
Gratuità, libertà ed ecologia: questo il “tricolore” di un evento auto-sponsorizzato (ma promosso da Associazione Partucc e Associazione del Volontariato Comasco-Centro Servizi per il Volontariato di Como, in collaborazione con Comune di Como) e aperto, nomen omen, a tutti, “gemmato” (come idea) dalla bolognese Par tòt parata ma decisamente dotato di vita propria. Di colori, comunque, la Parada comasca ne mostra assai più di tre, senza lesinare sulla creatività, sulla curiosità e sull’entusiasmo contagioso che riesce puntualmente a destare, nei partecipanti – attivi ogni anno su decine di laboratori – e in chi si trova, casualmente o no, ad assistervi nelle vie del centro storico in un sabato di quasi-estate.
La scelta di un tema per ogni edizione – dal 2011 ad oggi – mette ulteriormente alla prova la fantasia di un vulcanico staff di volontari, ogni anno – non a caso – un po’ più numeroso di quello dell’anno precedente. Decisamente, infatti, la Parada è un’occasione di aggregazione sociale e di divertimento condiviso tra tutti gli individui, i gruppi e le associazioni che vi prendono parte, e sebbene il “serpentone” variopinto di maggio-giugno sia la celebrazione di tanta inventiva, sarebbe senz’altro riduttivo e fuorviante dimenticarsi del percorso annuale che anticipa la ri-creazione del corteo, tra incontri, cene a tema, laboratori e momenti di animazione sparsi nel tempo e nello spazio.
Insomma: tutti e tutte invitati/e a portare le proprie idee e le proprie energie a questo incontro d’apertura, per fare della decima Parada un evento ancora più partecipato e colorato del solito.
(per ulteriori informazioni e collaborazioni. info@patadapartucc.it )