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29 aprile / Antonio Roma presenta “Oggi è un bel giorno” alla Libreria di Montano Lucino

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Alle 17 di sabato 29 aprile, alla Libreria di Montano Lucino (via Europa Unita, 1/B), sarà presentato il libro di Antonio Roma (Borgomanero, 1992),  dal titolo Oggi è un bel giorno (edito da Lampi di Stampa, 2016). A ispirare il giovanissimo autore è stata un’esperienza di volontariato in Bosnia-Erzegovina, paese con cui non ha mai più reciso i legami.

Il romanzo, di cui riportiamo la sinossi, “ […] racconta l’incontro di Ante, giovane uomo e scrittore, e di Anaïs, studentessa di pianoforte nella Sarajevo di oggi, vent’anni dopo la guerra. Due umanità ferite che cercano, in un continuo e delicato esercizio, di dare un significato profondo alle loro vite, segnate per sempre da un trauma incancellabile. Nella Sarajevo culla di “una umanità di luci e di ombre, miele e sangue”, i due guarderanno negli occhi il passato, s’impegneranno a non subire il presente e a costruire un futuro in cui poter essere vite il cui nerbo è stato esacerbato e incancrenito dall’odio che ha nutrito il macello balcanico.
I Balcani sono specchio d’umanità e fragilità. Raccontare del bisogno di ricucire, del desiderio dei bosniaci di #GuardareOltre è un’occasione per ognuno di noi per interrogarsi sulle relazioni di ogni giorno sul significato di parole come #perdono e #riconciliazione“.

Incontro con l’autore/ Federico Bagni

14_cop_CollettivoZampalu:Layout 2Sabato 8 febbraio alle ore 17, la libreria Paoline di Como, in via Cesare Battisti 10, invita all’incontro con l’autore Federico Bagni che presenta il suo libro Collettivo Zampalù. Qui un’anticipazione:

«Settembre 1993. Liceo scientifico “Francesco Baracca”, Milano. Il professor Lorenzo Dentico e Marco Carboni, alunno di classe quinta, si incontrano dentro un tema libero. Nei giorni di pioggia, durante la ricreazione, i due diventano amici. Lo smarrimento di un ragazzo disadattato, un padre carcerato, i libri come rifugio dal mondo. Un folle viaggio da Parigi a Milano, a bordo di un furgone rubato. E poi l’anno è già finito, e il tempo li porta altrove.
A distanza di anni, il professore – segnato duramente dall’esistenza – ritrova l’ex alunno, che ha trovato sfogo alla propria inquietudine facendo lo scrittore, e lo coinvolge in una straordinaria esperienza di scrittura collettiva fra i senza fissa dimora di un centro diurno». [Clara Chiavoloni, ecoinformazioni]

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