Carovana antimafie/ Spettacolo Animelle
La carovana antimafie è passata anche a Como, cercando di riflettere sul tema della tratta degli esseri umani e lo sfruttamento del lavoro dei migranti, nuovo business della criminalità organizzata. Al mattino l’incontro con gli e le studenti, nella serata di giovedì 29 maggio, la cittadinanza è stata invitata ad uno spettacolo teatrale sulla tratta e lo sfruttamento della prostituzione: Animelle! Un euro al chilo. Davvero tutto è in vendita? di e con Rocco Ricciardulli. La messa in scena doveva aver luogo in piazza Martinelli alle 21, ma è stata spostata allo Spazio Gloria, a causa di un possibile temporale. Questo ha provocato disagi alle persone che, non essendo state avvertite per tempo, hanno in alcuni casi rinunciato ad assistere alla serata. Il presidente dell’Arci Enzo D’Antuono ha aperto l’incontro ricordando che da vent’anni la carovana antimafie è presente per approfondire e tenere viva l’attenzione sugli aspetti che preservano legalità e democrazia. Ha inoltre espresso soddisfazione per l’adesione, seppur tardiva, del Comune di Como ad Avviso Pubblico, rete degli enti locali che dal 1996 si impegna per promuovere la cultura della legalità all’interno delle amministrazioni. L’assessore alla Legalità del Comune di Como Marcello Iantorno ha preso parola per portare i saluti dal sindaco e dalla giunta, sottolineando che è importante operare congiuntamente per il rispetto della legalità nella pubblica amministrazione, con la speranza: «che possa diventare veramente un paese normale, un paese europeo».
Animelle è la storia di un protettore e tre prostitute, sua personale proprietà. Tra minacce personali e ricatti familiari, viene riproposto quello che è il terribile gioco della tirannia, che in molti punti ricorda Il mercante di fiori di Diego Cugia, rimanendo però in superficie, nel già noto. Lo spettacolo è stato affidato quasi interamente alle immagini, alla musica ed al suono muto dello strazio, cercando di ricalcare lo stile di Del Bono, fallendone l’obiettivo. Ne risulta una messa in scena lenta e grossolana, nella quale il personaggio del protettore viene addirittura giustificato in qualche modo: con un padre violento e una madre omertosa. Pochi gli spunti di riflessione offerti, ma questo è un giudizio di chi scrive, perché al contrario il pubblico ha copiosamente applaudito, mostrando di aver gradito. [Barbara Rizzi, ecoinformazioni]