Teatro Sociale Como

13 gennaio/ “Cominciamo dal Brutto anatroccolo” a Villa Bernasconi

Prende il via con “Cominciamo dal Brutto Anatroccolo” il 2018 di Villa Bernasconi a Cernobbio. Il laboratorio creativo per bambini, dai tre anni di età organizzato nell’ambito del quarto anno di attività di “Como-Cernobbio Andata/Ritorno”, promosso dal Comune di Cernobbio con il Teatro Sociale di Como, sabato 13 gennaio animerà la mansarda della storica dimora liberty.

I piccoli partecipanti saranno guidati alla scoperta dello spettacolo teatrale “Piume, in viaggio con il brutto anattrocolo”, prodotto dal Teatro San Teodoro di Cantù, in scena domenica 14 gennaio alle ore 16:00 al Teatro Sociale di Como.

Ascoltare, disegnare, costruire, intrecciare trame fantastiche saranno al centro di questo laboratorio al termine del quale, ad ogni partecipante, verrà regalato il gioco del “Brutto Anatroccolo”. Un inizio di nuovo anno all’insegna delle attività per i più piccoli per Villa Bernasconi, la quale è dall’autunno 2014 palcoscenico di tutti gli appuntamenti di “Como-Cernobbio Andata/Ritorno”, una partnership fortemente voluta, e concretizzata, dal sindaco di Cernobbio, Paolo Furgoni, e dall’allora Presidente del Teatro Sociale di Como, Barbara Minghetti.  Il prossimo appuntamento di “Como-Cernobbio Andata/Ritorno” sarà in programma nel mese di marzo per la presentazione dello spettacolo “Terra Matta”.

Per info: http://www.villabernasconi.eu

[VC, ecoinformazioni]

13 gennaio/ “Il principe Amleto” al Teatro Sociale

Una versione rivisitata ma altrettanto emozionante del capolavoro di William Shakespeare: si tratta di “Un Principe” di Massimiliano Burini, portato in scena dalla giovane compagnia Occhisulmondo al Teatro Sociale di Como sabato 13 gennaio alle ore 20.30.

Il titolo conferma il gioco di astrazione attraverso il quale la compagnia ricerca, dentro lo statuto del classico, l’impronta universale e contemporanea. Il pubblico diventa così il destinatario di un messaggio che prova di non aver bisogno di elaborare impalcature complesse o di riprodurre coordinate storiche per funzionare.

Questa rappresentazione non manca di riferimenti all’originale vicenda shakespeariana, lasciandone intatti tutti i passaggi fondamentali e approfondendoli, restituendoceli nella loro più intima essenza che, ancor oggi, pone dubbi e domande.

Biglietti per lo spettacolo in vendita presso la biglietteria del Teatro e online su www.teatrosocialecomo.it. Prezzi 20€ + prevendita.

[VC, ecoinformazioni]

14 e 16 dicembre/ La “Cenerentola” di Rossini al Teatro Sociale

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A duecento anni dalla prima rappresentazione al Teatro Valle di Roma, il capolavoro buffo di Rossini affascina ancora per il minuzioso gioco di contrasti ed equivoci, in cui i personaggi sono inseriti in vicende folli e quasi al limite dell’assurdo, dove «chi sviluppa, più inviluppa, chi più sgruppa, più raggruppa». Al Teatro Sociale di Como giovedì 14 e sabato 16 dicembre La Cenerentola arriva nel nuovo allestimento di Arturo Cirillo. Sul podio, la giovane Lin Yi-Chen, che ha già debuttato in Italia al Rossini Opera Festival 2016.

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16 novembre/ De Andrè canta De Andrè al Sociale

Giovedì 16 novembre alle 21 il palco del Teatro Sociale di Como ospiterà lo spettacolo De André canta De André un concerto acustico di Cristiano De Andrè, grande musicista poli-strumentista, che farà rivivere al pubblico le canzoni del padre Fabrizio.

Questo particolare concerto acustico vedrà Cristiano esibirsi, accompagnato da Osvaldo Di Dio, interpretando un repertorio ricco di nuovi brani del padre che si affiancheranno a quelli contenuti nei progetti discografici di grande successo De André canta De André – Vol. 1 (2009) e De André canta De André – Vol. 2 (2010). Le canzoni di Fabrizio De André saranno eseguite con nuovi arrangiamenti che esprimono la personalità musicale di Cristiano e allo stesso tempo danno un nuovo vestito alle opere, una sua impronta personale.

«De André canta De André è un progetto che mi ha permesso e mi permette di portare avanti l’eredità artistica di mio padre – scrive Cristiano De André nella sua autobiografia – caratterizzandola però con nuovi arrangiamenti che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Mi auguro che così facendo la poesia di mio padre possa arrivare a toccare le anime più giovani, a coinvolgere anche chi non ascolta la canzone prettamente d’autore».

L’evento è realizzato con la collaborazione di  MyNina Spettacoli.
Biglietti disponibili on line o alla biglietteria del teatro a partire da 30 euro più 4 euro di prevendita.

Flauto magico 1/ L’opera al Sociale

Pubblico delle grandi occasioni alla prima dell’opera mozartiana Il flauto magico al Teatro Sociale di Como. La favola, che si replica anche nella serata di domenica 5 novembre (sempre alle ore 20.30), è talmente nota e celebrata che tornare a parlarne può sembrare superfluo.

In realtà, il successo “popolare” del teatro musicale mozartiano è relativamente recente, a lungo messo in ombra dalla preferenza per l’opera italiana, e in particolare per il melodramma otto-novecentesco: basti pensare che – se le cronache non sbagliano – la prima rappresentazione comasca del Flauto magico è solo del 1990. E dunque se di un “classico” si tratta, è un classico relativamente recente, nonostante che la prima rappresentazione, diretta da Mozart in persona, sia del 1791.

Com’è noto, la trama dell’opera è particolarmente articolata, anzi – se non si corresse il rischio della “lesa maestà – bisognerebbe dire squinternata, visto che il libretto di Schikaneder, su cui non a caso sono stati spesi non pochi studi di approfondimento, passa dall’antico Egitto (di fantasia) al Giappone (di maniera), dalle favole per bambini alla simbologia massonica, dalla psicologia all’immaginario neoclassico, da una evidente misoginia ad aperture moderniste (e bisogna prestare attenzione alle date: la prima si tenne solo due anni dopo la Rivoluzione francese), e via discorrendo. Ma la musica di Mozart è talmente grande e soprattutto il rapporto con il testo è talmente ricco, che si può sorvolare su tutte le contraddizioni intrinseche ed estrinseche. Persino le circa due ore e mezza di tedesco cantato si assimilano come perfettamente naturali (addirittura, grazie ai sopratitoli, si ride in diretta di alcune battute…).

Proprio per la strabordante ricchezza dell’opera, sono sembrate superflue alcune scelte registiche che hanno aggiunto ulteriori allusioni e riferimenti, così come alcune trovate costumistiche e scenografiche sinceramente eccessive (e assai lontane – crediamo – da una “grazia” settecentesca, di cui l’opera è intrisa).

La messa in scena franco-milanese è comunque assai interessante per la resa musicale e per l’interpretazione dei protagonisti (quasi tutti giovani e, in parte, provenienti dal concorso AsLiCo). In particolare, sono state apprezzate la Regina della notte, impegnata in uno dei più noti gorgheggi della storia della musica, e Pamina, con una parte meno appariscente, ma di notevole efficacia.

[Fabio Cani, ecoinformazioni]

6 novembre/ A love supreme

Lunedì 6 novembre il palcoscenico del Teatro Sociale di Como si trasformerà in un jazz club con il concerto “A love supreme”, un titolo che già da sé rimanda al capolavoro di uno dei Maestri assoluti del jazz: John Coltrane. 

Lo spettacolo sarà dunque dedicato a John Coltrane, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario dalla morte, ma la cui musica rimane immortale. Emanuele Cisi, uno dei sassofonisti di riferimento nella scena jazz italiana e molto attivo anche a livello internazionale, sarà la guida di questo viaggio nella musica jazz del grande artista americano.

L’iniziativa nasce dalla nuova collaborazione con il Blue Note di Milano, considerato come una delle più importanti e famose vetrine per la musica jazz in Europa e nel mondo. Per questo motivo, per vivere al meglio l’atmosfera da jazz club, il pubblico potrà accomodarsi ai tavolini, messi sul palcoscenico per l’occasione, per cenare (previa prenotazione) o per sorseggiare un cocktail, grazie a @home.
Il concerto è inserito in JazzMi, ricco festival jazz milanese alla seconda edizione. La serata si inserisce nel nuovo format Stage social club, che vuole intendere il palcoscenico come nuovo modo di vivere il teatro e gli spettacoli, da una nuova e diversa prospettiva.
Biglietti per il concerto in vendita presso la biglietteria del Teatro e online su http://www.teatrosocialecomo.it. Prezzi 20€ + prevendita. Cena a 20€ con prenotazione obbligatoria presso la biglietteria. [VC, ecoinformazioni]

3 e 5 novembre/ Il flauto magico di Mozart al Teatro Sociale di Como

Doppio appuntamento al Teatro Sociale di Como con Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder, venerdì 3 novembre (ore 20.30, turno A) e domenica 5 novembre (ore 15.30, turno B). È certamente una delle opere più note della storia della musica e una delle più complesse, fonte di stimoli e approfondimenti sempre nuovi.

Banalmente la trama può essere riassunta come la storia di un giovane valoroso che affronta delle prove per salvare la donna amata e sconfiggere il regno del Male in favore di quello del Bene. Ma la vicenda racconta anche lo sviluppo di un individuo, che cresce attraverso la scoperta di Natura, Ragione e Saggezza, e il cui cammino lo porta di fronte a dei bivi, stimolando così la partecipazione emotiva di chi assiste allo spettacolo. Durante questo percorso si ritrovano elementi simbolici contrapposti che inducono spettatore e protagonista a rimettere in discussione le proprie convinzioni; quello che per noi è Bene alla fine si dimostra essere Male, così come si scambiano i concetti di Sogno e Realtà. Insomma, uno spettacolo emozionante non solo per la bellezza della musica, ma anche per la ricchezza di significati che porta inevitabilmente alla riflessione profonda, secondo il culto illuministico della Ragione. E in questo periodo tali pensieri non possono che far bene…

Ma Il flauto magico è molto di più, vera e propria scatola magica di simboli, di linguaggi, di stili, di elementi culturali. Tutto questo è racchiuso in un’opera che viene considerata il testamento spirituale del grande compositore austriaco.

Il Teatro Sociale di Como la ripropone nell’allestimento a doppia firma di Cécile Roussat e Julien Lubek, e con un un cast che comprende un’ampia rappresentanza dei vincitori e delle vincitrici dell’ultimo Concorso AsLiCo.

 

In contemporanea con la messa in scena teatrale, si inaugura alla Libreria Plinio Il Vecchio di via Vittani, venerdì 3 novembre alle ore 18, la mostra con i disegni di Emanuele Luzzati dedicati all’opera mozartiana.

 

DIE ZAUBERFLÖTE

Singspiel in due atti KV 620. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Libretto di Emanuel Schikaneder.

Prima rappresentazione: Vienna, Theater auf der Wieden, 30 settembre 1791

 

Direttore Federico Maria Sardelli

Regia e coreografia Cécile Roussat e Julien Lubek

 

Scene Elodie Monet con Cécile Roussat e Julien LubekCostumi Sylvie SkinaziMaestro del coro Diego Maccagnola; Coro OperaLombardia; Orchestra I Pomeriggi Musicali; Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala; Maestro del coro voci bianche Marco De Gaspari; Coproduzione Teatri di OperaLombardia; Allestimento Opéra Royale de Wallonie-Liège.

 

La musica di Terezín: “La farfalla risorta”


Il 17 ottobre, nel Salone Musa dell’associazione Carducci a Como, è andato in scena La farfalla risorta, reading-concerto curato e interpretato da Matteo Corradini e dal Pavel Zalud Quartet, nell’ambito di una giornata dedicata alla memoria dei prigionieri del ghetto “modello” di Terezín, nelle vicinanze di Praga.

Possono quattro artisti e tredici strumenti musicali raccontare le storie di migliaia di donne e uomini vissuti più di settant’anni fa? È quello che tenta di realizzare il Pavel Zalud Quartet, dedicandosi all’interpretazione delle opere di musicisti, di poeti e di scrittori che furono rinchiusi nel ghetto di Theresienstadt (nome tedesco di Terezín).

Il filo invisibile che lega il quartetto agli artisti di Terezín diventa tangibile grazie agli strumenti originali recuperati dal campo di prigionia: è con questi che gli artisti intonano le melodie yiddish che accompagnano e si alternano alla voce di Matteo Corradini, dando vita così ad un suggestivo quanto toccante viaggio tra le vie del ghetto. Sono appunto gli strumenti musicali originari di Theresienstad i protagonisti della serata: ad oggi ben tredici sono stati recuperati e restaurati, di questi ne sono stati suonati cinque durante il reading-concerto (due clarinetti, un mandolino, un violino e una tambura bulgara). Provengono tutti dalla bottega di Pavel Zalud, che allora risiedeva a Terezín e che fu costretto ad abbandonare la propria attività dopo la decisione delle autorità naziste di rendere l’intera cittadina una “zona di ripopolamento giudaico”.

Inizialmente ogni forma d’arte all’interno del campo era proibita, tuttavia il progetto di creare un ghetto “modello” da presentare al resto del mondo convinse i gerarchi nazisti a dare la possibilità ai prigionieri di realizzare opere musicali e non solo, in ogni caso sotto stretto controllo delle SS. Per questo motivo vennero raccolti in questo luogo un gran numero di artisti, provenienti principalmente dalla Cecoslovacchia, dalla Germania e dall’Austria. L’intera struttura venne presentata al mondo come la massima espressione della benevolenza nazista nei confronti degli ebrei: liberi di muoversi tra le vie del ghetto e di praticare le proprie arti senza restrizioni, i prigionieri vennero fatti sfilare sotto gli occhi degli osservatori internazionali come fossero cittadini ben nutriti e in salute. La messa in scena raggiunse il culmine dell’oscenità  con la visita della Croce Rossa nel 1944, quando gli abili propagandisti nazisti diederò il meglio di sè nel mascherare le atrocità commesse nel lager.

Lo spettacolo del Pavel Zalud Quartet si pone quindi l’obiettivo di ridare fiato agli strumenti rimasti in silenzio per oltre settant’anni e di liberare la moltitudine di voci soffocate dalla ferocia nazista a Terezìn. “Sono strumenti da museo – afferma Matteo Corradini – ma non finiranno in un museo. Gli strumenti vivono solo se suonati”. La musica di Terezín così non solo si riappropria del valore artistico a lungo negato dalla tragica fine dei suoi ideatori, bensì esprime a pieno anche il suo intrinseco messaggio di libertà: la musica (e l’arte più in generale) era, come ancora oggi, pura espressione e rivendicazione di sé, forma di resistenza degli oppressi. Gli unici e più potenti strumenti per gli artisti di Terezín di esprimere la propria identità di fronte alle grigie uniformi numerate consistevano nella musica e nella scrittura (il Requiem di Verdi diretto da Rafael Schächter proprio a Theresienstadt risulta in questo senso una delle espressioni di “resistenza musicale“ più forte ed esemplare).

I racconti tratti da La repubblica delle farfalle di Corradini completano l’opera di resurrezione dell’arte di Terezin in tutte le sue forme, portando le storie dei bambini del ghetto che ebbero un ruolo importante nella produzione culturale del campo (come ad esempio Petr Ginz, autore della rivista “Vedem”, o Honza Treichlinger, protagonista e stella indiscussa del Brundibar di Hans Krása). Vite giovanissime spezzate e sottratte al panorama culturale europeo e mondiale prima di poter esprimere il proprio genio, alle quali viene data giustizia e riconoscimento grazie all’opera di scrittori e musicisti come Matteo Corradini e il Pavel Zalud Quartet. [Vincenzo Colelli, ecoinformazioni – foto Fabio Cani, ecoinformazioni]

26, 28, 30 settembre / “Ettore Majorana, Cronache di infinite scomparse” debutta al Teatro Sociale

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Un’opera giovane – in ogni senso – Ettore Majorana. Cronache di infinite scomparse (opera in n variabili), vincitrice del concorso Opera Oggi promosso da OperaLombardia (che dell’opera è dunque promotrice), che debutterà per la sua prima assoluta al Teatro Sociale di Como – di cui aprirà la stagione notte 2017/18 –  tra martedì 26 e sabato 30 settembre, prima di partire in tournée in Italia e in Europa, passando per Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia, Trento, fino ad arrivare a Magdeburg nell’autunno 2018 e a Valencia nella primavera del 2019. L’opera è stata anticipata da Focus Majorana, un ciclo di eventi collaterali, gratuiti e aperti a tutti, sostenuti da enti e associazioni cittadine (Biblioteca comunale, Fondazione Alessandro Volta, Università degli studi dell’Insubria, Festival della Luce – Lake Como 2017, Ostello Bello Lake Como,  Allineamenti, Quartetto Artemisia e lo stesso Teatro Sociale),  inerenti alle tematiche da essa trattate, e in particolare sul connubio tra musica e scienza. Proprio la scienza, del resto, sarà il Leitmotiv della stagione teatrale 2017/18 del Teatro Sociale,

Giovani, giovanissimi, il librettista Stefano Simone Pintor, il compositore Roberto Vetrano, lo scenografo Gregorio Zurla e il direttore d’orchestra Jacopo Rivani (già alla pedana del Sociale con il Nabucco dei 200.com 2016/2017), tutti al di sotto dei 35 anni. Giovane il cast, composto dai vincitori del LXVIII concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici d’Europa: Alessandra Masini (la Cantante, una Madre), Davide Paciolla (la Particella ombra), Federica Livi (la Fisica, parte condivisa tra Livi e Monica Tiberia Naghi), Lucas Moreira Cardoso (Majorana), Pietro Toscano (Dio, il Generale, il Frate), Roberto Capaldo (il Barbone), Ugo Tarquini (l’Antimajorana).

Giovane il protagonista di quest’opera “totale” a tinte noir che coniuga scienza, musica, bel canto e recitazione, il celebre fisico catanese Ettore Majorana, autore di importanti studi di fisica nucleare e meccanica quantistica (nonché uno dei “ragazzi di via Panisperna” a cui è dedicato l’omonimo film di Gianni Amelio), scomparso ad appena 31 anni sulla rotta marittima Napoli-Palermo (questa la versione più accreditata, ma le ipotesi della sparizione sono parecchie, spesso romanzate e assai improbabili). Correva l’anno 1938: da quel mese di marzo, di Majorana fu persa ogni traccia.

Alle soglie degli ottant’anni dalla sua prematura e misteriosa scomparsa – cita la pagina del sito web del Teatro Sociale dedicata all’opera imminente, il grande fisico siciliano assurto a mito nella scienza come nell’arte (tanto da ispirare un libro di Leonardo Sciascia) diventa il soggetto di questo progetto musicale totale, vincitore del concorso Opera oggi per la stesura di una nuova opera contemporanea. Un progetto ambizioso, ricco di effetti visivi ed uditivi (fisici, appunto!) molto particolari che porteranno l’ascoltatore a una dimensione ‘altra’ per far rivivere le infinite possibilità del ‘caso Majorana’, tutt’oggi ancora vivo e apertissimo.

Nelle parole degli autori dell’opera ‘Se è vero che il ‘900 ci ha portati verso il concetto di ‘frammentazione’, dove ci sta portando il XXI secolo? La nostra risposta a queste questioni è andata verso la nozione di ‘realtà aumentata’. In un mondo in cui il progresso tecnologico ci ha immerso in una realtà che va oltre a quella fisica classica che conoscevamo, non potevamo certo scegliere di fare un’opera che parlasse al pubblico odierno senza tenere conto di questo fondamentale aspetto della nostra contemporaneità. Proprio da questa considerazione derivano le nostre scelte, in primis quella del soggetto del nostro racconto: Ettore Majorana’.

Guarda qui il video d’anteprima dello spettacolo.

Ai giovani, infine, è dedicata “la prima delle prime”, prevista per la sera di martedì 26 settembre alle 20,30: il pubblico di questa rappresentazione comprenderà infatti ragazze e ragazzi rigorosamente under 30; mentre le successive serate – giovedì 28 e sabato 30saranno aperte a un pubblico di ogni età.

Per tariffe e agevolazioni, oltre che per l’acquisto di biglietti, si può consultare il sito del Teatro Sociale o recarsi personalmente alla biglietteria negli orari d’apertura (indicati alla stessa pagina).

[Alida Franchi, ecoinformazioni]