Il presidio di Cgil, Cisl, Uil contro il decreto legge 112
Soddisfazione delle segreterie della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil per la riuscita della manifestazione indetta per la mattina del 28 luglio davanti alla Prefettura di Como.
In una nota le segreterie confederali della funzione pubblica hanno espresso soddisfazione per la partecipazione al presidio organizzato davanti alla Prefettura di Como a cui hanno partecipato «un migliaio di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego» che si sono ritrovati per protestare «contro le misure del decreto legge 112, in fase di conversione al Senato».
Una manifestazione riuscita per gli organizzatori «nonostante il periodo estivo e le difficoltà poste da molte Amministrazioni, che è significativa dello stato di malessere e preoccupazione che attraversa i dipendenti delle funzioni pubbliche della provincia di Como».
La protesta è nata dal fatto che «le misure del decreto si sostanziano in un coacervo di provvedimenti disorganici: tagli di stipendi sul salario accessorio individuali fino ad un massimo, in alcuni casi, di 5 mila euro annui; stanziamento di risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti nazionali scaduti; blocco del turn-over rispetto ad organici già ridotti all’osso; modifica peggiorativa della disciplina del part-time che da diritto si tramuta in benevola concessione del datore di lavoro; instaurazione di un regime speciale, solo per i dipendenti pubblici, per quanto riguarda la disciplina della malattia. Provvedimenti assunti con carattere di necessità ed urgenza, scavalcando il ruolo delle organizzazioni sindacali nel chiaro tentativo di mettere fine alla contrattazione nazionale».
Una delegazione sindacale è stata accolta dal Prefetto di Como che ha ricevuto un documento riassuntivo che rimarcava «la forte preoccupazione di un taglio dei servizi erogati nella Provincia di Como», votato nelle assemblee di lavoratori. Ai rappresentanti sindacali il rappresentante del Governo «ha dichiarato che scriverà al Ministro per la funzione pubblica ed al Ministro degli interni, allegando il documento».
Dure le prese di posizione contro il ministro Brunetta «è evidente che l’effetto delle misure messe in atto potrà essere solo uno smantellamento del servizio pubblico, con pesanti costi e conseguenze nei confronti della cittadinanza tutta» e per il futuro «le mobilitazioni proseguiranno in un crescendo di iniziative fino all’auspicabile proclamazione, nel caso la situazione rimanesse immutata, di un grande sciopero generale unitario di tutto il pubblico impiego».