Il Consiglio regionale lombardo per la distensione con la Svizzera sui frontalieri

Il Partito democratico lombardo contro l’Udc svizzero ha proposto e fatto approvare all’unanimità in Consiglio regionale una mozione per «una maggiore integrazione tra le comunità»

«Mentre la Lega dei Ticinesi minaccia di espellere 10mila frontalieri dal Canton Ticino e di provocare sei ore di coda in dogana per entrare in Svizzera – si legge in una nota alla stampa –, il Partito democratico lombardo fa approvare, all’unanimità, in Consiglio regionale una mozione che cerca di appianare le divergenze con i cugini di oltre confine e difende i lavoratori e le comunità che vivono a ridosso della linea di demarcazione tra i due Stati.

Proprio in risposta alle ritorsioni di alcuni gruppi politici del Canton Ticino, i consiglieri regionali del Pd Luca Gaffuri, capogruppo e comasco, Stefano Tosi, Alessandro Alfieri, varesini, Angelo Costanzo, sondriese, e Carlo Spreafico, consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza regionale e lecchese, hanno portato in Aula una mozione, votata all’unanimità, in cui si chiede di impegnare la Giunta regionale “ad attuare tutte le iniziative affinché siano tutelate e rafforzate le relazioni di buon vicinato tra le comunità confinanti e siano tutelati i diritti di tutti i cittadini; ad attivarsi presso il nostro Governo perché sia manifestata alle autorità elvetiche il profondo disagio delle nostre comunità, siano tempestivamente attivate tutte le iniziative tese a riaffermare il reciproco rispetto culturale e morale tra le rispettive comunità; a promuovere con le competenti autorità cantonali tutte quelle iniziative volte a favorire una effettiva integrazione tra le diverse realtà confinanti”.

E in questi giorni è partita la contro-campagna in risposta a quella dell’Udc ticinese (niente a che vedere con quello italiano), nota come “Bala i ratt”: manifesti appesi ai confini e volantini distribuiti in dogana in cui, con la metaforica immagine degli ingranaggi di un orologio, uno dei quali tricolore, si intende ribadire come i 45mila lavoratori frontalieri lombardi siano parte integrante dell’economia e delle fortune della Svizzera».

 

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