Arte Passione Follia – Auguste Rodin e Camille Claudel

Inaugurazione della mostra di Massimo Clerici, sabato 1 ottobre alle 18 nel Broletto di Como in piazza Duomo, presentazione di Alberto Longatti, organizzata in collaborazione con il Comune di Como e il contributo di Villa d’Este (la brochure). Apertura da martedì a venerdì dalle 11 alle 19.30, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.30. Ingresso libero.

«Con la tragica e patetica vicenda che accomunò un grande scultore, Auguste Rodin, e una promettente artista, Camille Claudel, Clerici aveva un conto aperto fin dal 1988 – scrive in una nota il comune di Como –. S’imbattè in quella storia, che da non molti anni è diventata di pubblico dominio, studiando l’opera di Rodin, sulla scorta degli insegnamenti dello zio Pietro e seguendo il filone dell’arte di stampo michelangiolesco. Il nome di Camille, allieva prediletta e focosa amante, che i biografi del notissimo artista francese hanno sempre cercato di nominare il meno possibile, uscì fuori all’improvviso e, dopo qualche ricerca, rivelò tutto il suo potenziale carico di valore iperomantico. Soprattutto, evidenziò quella che appare la sua caratteristica principale: l’eccesso. In questa storia c’è tutto, la dilatazione senza confini dell’impasto di passioni umane estreme, l’amore inteso anche come sfogo dei sensi e dominio, la follia, la gioia e la disperazione, l’ansia impetuosa di vivere e la discesa inerte verso il disfacimento. Clerici non ha rifatto, ma rivissuto, togliendole dal loro contesto, le opere dei due artisti, ritraendoli in molti atteggiamenti, disegnando tavole di vigoroso impatto emotivo, e marcando le sculture che andava sagomando con una rete di linee scure, come se fossero pervase da un’inseminazione maligna. Mentre le sculture compongono, se viste in sequenza, una specie di percorso parallelo delle opere di Rodin/Camille durante e oltre il periodo della loro intesa ma incupite dall’elemento disgregatore al quale si accennava, i disegni sullo stesso argomento sono indirizzati a rappresentare da vicino i due protagonisti, scandagliando la loro personalità. Eseguiti con varie tecniche, sanguigne o carboncini, chine, pastelli, matite, fusaggini, i lavori su carta indagano i tratti fisionomici dei soggetti partendo da ritratti fotografici per giungere ad una loro progressiva rimodulazione basata su un tratteggio disseminato e sconvolto, fingendo che un turbine ne scomponga le proporzioni».

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