lavoro e formazione civile sui beni confiscati alle mafie
Fotografie, video e tante esperienze raccontate durante l’incontro di giovedì 8 marzo nella Sala civica di Villa Ceriani Bressi a Crevenna per un incontro promosso da Spaziogiovani di Erba. Giovani volontari comaschi hanno raccontato la loro esperienza nei campi di lavoro e conoscenza sui beni confiscati alle mafie organizzati dalle associazioni Libera e Arci.
Come ha spiegato Miriam Galbiati, una volontaria al campo di Belpasso, Libera è un’associazione che si è formata nel ‘95 con l’intento di sollecitare la società civile nel contrasto alla mafia e più in generale per promuovere legalità e giustizia. Un aspetto molto importante per l’ associazione è la assegnazione e il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia. Infatti, ha detto Guido Borra, «grazie alla legge di Pio La Torre e al sostegno di Libera, che ha raccolto un milione di firme per ottenere l’approvazione di questa legge, adesso è possibile affidare i beni confiscati alle mafie a cooperative che possono utilizzarli dal punto di vista sociale». Ed è proprio in questi beni confiscati che ogni anno, durante l’estate, migliaia di giovani vanno a fare un’esperienza di lavoro e studio. Al mattino si lavora, soprattutto nei campi agricoli, e nel pomeriggio si partecipa ad incontri con persone che dedicano la loro vita per la lotta alla mafia.
«Il campo in generale si basa su questi punti fondamentali – ha spiegato Guido Borra, un altro ragazzo volontario a Belpasso – innanzitutto il lavoro agricolo, poi il riutilizzo, la riattivazione del bene confiscato per contribuire in prima persona a creare un’economia pulita; importante è anche la formazione, poiché all’interno dei campi di lavoro vengono organizzati incontri con persone che tutti i giorni dedicano la loro vita alla lotta alla mafia». «Oltre al lavoro e agli incontri di formazione – ha aggiunto – il campo offre anche molto altro, altro soprattutto dal punto di vista delle nuove amicizie e delle persone con cui si entra in contatto».
«Lavorando questi terreni si aiutano i soci delle cooperative nel lavoro e si contribuisce a promuovere un messaggio simbolico di legalità e lotta alla criminalità organizzata» ha detto Stefano Borgonovo, volontario a Gioiosa Ionica. La presenza della cooperative che gestiscono i beni confiscati è un importante punto di riferimento anche per le persone che vivono in quel territorio e sono state vittima di mafia. Stefano Borgonovo ha infatti raccontato che la madre di Gianluca Congiusta, vittima di ‘ndrangheta, partecipava regolarmente alle iniziative del campo.
I volontari poi hanno raccontato le loro esperienze proiettando anche le loro fotografie e un video sul campo di Belpasso realizzato da i volontari da Simona Olivo e Simone Angioletti.
Dalla esperienza nei campi di lavoro e conoscenza è nata voglia di impegnarsi che non si è fermata. Infatti dai volontari che l’anno scorso hanno partecipato a queste iniziative, di cui i ragazzi e le ragazze che hanno parlato in questa serata fanno parte, è nato un gruppo che sta lavorando per la creazione di un coordinamento provinciale di Libera a Como.
Durante la serata sono state date anche le informazioni utili per partecipare ai campi E!state liberi e LiberArci dalle spine in programma per l’estate 2012 e si è ricordato che il 17 marzo partirà un pullman da Como diretto a Genova, per la XVII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie con ancora gli ultimi posti disponibili per gli interessati. [Matilde Aliffi – ecoinformazioni]