Bordoli e Gaddi ai ferri corti
Dopo L’Infedele il Pdl comasco minaccia denuncie l’assessore comasco: «Contano più i posti di potere che il bene dei cittadini» il commento di Lucini
«Nelle prossime ore i vertici del Pdl valuteranno se adire le vie legali nei confronti dell’assessore alla Cultura – ha annunciato l’ufficio stampa della candidata sindaca del Pdl Laura Bordoli – a seguito delle accuse infondate mosse da Sergio Gaddi nella serata di lunedì [2 aprile] durante la trasmissione L’Infedele».
Un duro faccia a faccia fra ex compagni di partito, dopo la definitiva scissione che ha portato l’assessore a presentare una propria lista Forza Cambia Como, che per ora si è tradotto in una nota inviata alla redazione de La7 che «scusandosi si è detta pronta a dare spazio all’informativa».
«Quello che sta vivendo la nostra città in questi ultimi giorni con i dissidi tra Laura Bordoli, candidata ufficiale del Pdl, e Sergio Gaddi, sconfitto dalle primarie del centrodestra ed ora a sua volta candidato sindaco in aperta opposizione al partito di cui è tesserato, è l’ennesima dimostrazione di come chi ha malgovernato Como finora non abbia affatto a cuore il bene dei cittadini, ma intenda ottenere dalle future elezioni posti di potere per sé e per i propri accoliti» queste le secche parole del candidato del centrosinistra Mario Lucini all’apertura della campagna elettorale.
«I comaschi hanno avuto una nuova dimostrazione di come, tra le litigiose forze del Pdl, si fronteggino coloro che negli ultimi anni hanno collezionato insuccessi e creato problemi alla città – prosegue e attacca Lucini – e chi ha inteso il proprio ruolo istituzionale quale occasione per raggiungere prestigio personale al quale non intende venir meno». [md – ecoinformazioni]
Pubblichiamo integralmente la nota inviata a La7:
«In occasione delle primarie del Pdl a Como, le cui modalità erano state concordate per tempo con tutti, il 4 marzo 2012 il candidato Laura Bordoli ha vinto con abbondante distacco contro il candidato Sergio Gaddi (1943 voti contro 1483). Per l’occasione, il metodo e il regolamento sono stati concertati dall’onorevole del Pdl Valducci (viceresponsabile nazionale degli enti locali), dai vertici e dagli altri organi preposti, che per due giorni hanno mandato due ispettori a Como per verificare la regolarità di location e modus operandi, gestendo anche la fase di spoglio, alla presenza del coordinatore regionale Mantovani, dei due consiglieri regionali Rinaldin e Pozzi, oltre al vice coordinatore provinciale Tambini. Per tutto l’arco della giornata numerosi giornalisti locali e persino corrispondenti di testate nazionali, hanno testato la sicurezza del meccanismo di voto. Il sistema on-line ideato dal Pdl, infatti, caricato nei giorni precedenti con tutti i nomi degli iscritti alle liste di aventi diritto voto a Como, oltre a consentire il voto quindi ai soli effettivi elettori comaschi, non consentiva nemmeno il doppio voto (inserendo il nominativo a computer, il sistema inibiva una seconda registrazione). Per poter votare, dopo aver esibito un documento di identità, i comaschi venivano riconosciuti dai quattro incaricati (due per ogni candidato) chiamati ad accertare l’identità del votante. Un sistema a prova di qualunque truffa, dunque. L’organizzazione delle Primarie del Pdl a Como, unico caso in Lombardia, ha così raccolto i complimenti, non solo dei vertici nazionali Pdl, per la trasparenza e la precisione delle modalità adottate, che hanno prodotto un esito certo, leale e onesto. Inoltre, visto che il regolamento prevedeva almeno un seggio ogni 10.000 aventi diritto al voto, il Pdl di Como, per eccesso di zelo e per dar la possibilità al maggior numero di persone, ha individuato addirittura 14 seggi, in modo da coprire ancor meglio tutto il territorio. Il risultato delle urne è stato indiscutibilmente a favore di Laura Bordoli. Dal momento di quell’esito, purtroppo, assistiamo al livore di una persona che, dimostrandosi poco uomo, non accetta la sconfitta (forse perché battuto da una donna?) e arrampicandosi sugli specchi racconta menzogne che ledono la dignità di tutti quelli che hanno ratificato il voto dei comaschi e degli stessi cittadini di Como che hanno sancito un esito indiscutibile. Il rinnovamento promosso dalla dottoressa Bordoli, candidato espresso dalla società civile, parte proprio da qui: dal voler mettere fine alle battaglie condotte non per gli ideali e i progetti della città bensì per le seggiole e le poltrone che, nonostante questo presunto dissenso proclamato, non vengono puntualmente abbandonate…».