Rosy Bindi a Erba: «Restituire ai cittadini la fiducia per scelte di bene comune»
Lunedì 16 aprile, nella sala Isacchi del centro per anziani Casa Prina a Erba, la presidente del Partito Democratico Rosy Bindi è intervenuta sul tema La dignità della persona In supporto alla campagna elettorale del candidato sindaco di centrosinistra Michele Spagnuolo.
Dopo l’intervento del capogruppo regionale del Pd Luca Gaffuri, il candidato sindaco erbese ha introdotto l’incontro di fronte a più di sessanta persone: «La vera alternativa all’attuale giunta comunale è la nostra proposta – ha spiegato Spagnuolo – , soprattutto in termini programmatici. La pari dignità sociale dell’individuo è stata dichiarata dall’amministrazione Tili ma non è stato fatto nulla di concreto. Occorre rimuovere le differenze affinché il Comune sia davvero vicino al cittadino». Per l’ex assessore alla cultura, la dignità della persone passa anche da quelli che sono i servizi minimi essenziali, un ambito in cui l’amministrazione uscente è stata particolarmente fallimentare.
L’ex assessore ai servizi sociali e attuale capolista di Erba civica Giovanna Marelli ha illustrato la strategia da attuare nelle politiche alla persone: «La sfida più grande è quella di darci un orizzonte. I fondi sono diminuiti, c’è un’amarezza diffusa, per questo serve un punto fermo indiscutibile: la garanzia di tutti viene assicurata se si parte dai più deboli. Non si può partire da chi ha di più». Occorre una strategia di condivisione delle risorse, non mettendo persone le une contro le altre ma creando una rete guidata dall’ente pubblico: «Dobbiamo attuare le parole di Piero Calamandrei: creare una società più giusta e umana, una solidarietà tra tutti gli uomini per debellare ingiustizia e dolore».
«Erba deve cambiare passo». Così Rosy Bindi ha spronato i presenti a voltare pagina dopo cinque anni di amministrazione di centro destra: «In queste amministrative più di altre volte saremo chiamati a mostrare l’alternatività rispetto ai programmi delle altre forze politiche. È chiaro il fallimento del centro destra sui temi del welfare, delle politiche sociali e dell’accoglienza. Vent’anni fa Lega Nord e Forza Italia hanno ottenuto il consenso all’insegna di “meno solidarietà, meno Stato, individualismo personale, familiare, di gruppo”. Hanno organizzato il Governo centrale e gli enti locali intorno a questi valori e hanno avuto il consenso. Ma l’idea della privatizzazione come una sorta di deresponsabilizzazione dei diritti dei cittadini è servita solamente a creare malaffare, per una straordinaria occasione di arricchimento indebito». Secondo la Bindi, oggi siamo entrati in una fase nuova, dove occorre un welfare moderno che garantisca eguaglianza e equità a tutti i cittadini, che sono portatori dello stesso diritto: «Questa crisi non è stata prodotta dalle pensioni, dalla sanità , dall’istruzione, dai servizi alla persona. La colpa è del modello di crescita sbagliato, di un mercato senza regole e della speculazione finanziaria. Nemico principale oggi è la recessione; in Italia bilanci e redditi sono sotto la media europea e inoltre si stanno sommando costi che prima erano spesa pubblica. Tutto questo si combatte con politiche di crescita ma anche di equità e redistribuzione dei costi».
Per Rosy Bindi, mai come in questo momento ci sarebbe bisogno di politica e mai come in questo momento la politica è debole: «Chi ha bisogno di legittimazione in questo momento si trova delegittimato. Lo slogan “siete tutti uguali” lo paghiamo noi, il bilancio con il centro destra non è nemmeno paragonabile. Dobbiamo reagire a chi a organizzato questa delegittimazione delle democrazia, del parlamento e dei partiti politici. Altrimenti ci restano solamente le molte facce del populismo, da Bossi e Berlusconi a Grillo oppure le tecnocrazie, dove le ricette sono dettate da chi non mette al centro i più poveri. Abbiamo il dovere di accogliere i segnali e gli interrogativi dei cittadini per un rinnovamento ma contemporaneamente serve una forte legittimazione a non cedere sotto questo aspetto. Senza partiti non c’è democrazia, l’opera di rinnovamento deve rifiutare ogni sorta di condanna».
Il centro della politica resta il Comune, dove esistono rapporti diretti e concretezza dei problemi: «Dobbiamo essere consapevoli della tentazione dell’astensione e dell’antipolitica, per questo oltre che sui programmi e sui progetti, bisogna adoperarsi per restituire ai cittadini la fiducia per scelte di bene comune, dei paesi delle città e di tutto il paese». [Tommaso Marelli, ecoinformazioni]