Positivo il primo semestre 2014

unindustria comoPer Unindustria Como e Lecco la prima parte dell’anno è stata positiva anche se non al livello sperato. Verga: «Serve una politica industriale di vero rilancio per far ripartire seriamente il nostro Paese».

 

«Se da un lato i dati del primo semestre di quest’anno confortano per la tendenza leggermente positiva, già accennata a fine 2013, dall’altro non possiamo ignorare che questo miglioramento per ora è dovuto principalmente alle performance positive delle aziende medio-grandi, mentre le piccole, in particolare quelle rivolte unicamente al mercato interno, ancora non mostrano i segnali positivi che avremmo voluto registrare – dichiara Francesco Verga, presidente di Unindustria Como –. Restano, inoltre, ancora critici i dati riguardanti l’occupazione e il credito alle imprese, due aspetti fondamentali per poter affermare che il peggio sia definitivamente alle spalle e per i quali non ci stancheremo mai di fare appello a Governo e Sistema bancario affinché pongano in essere misure reali di sostegno alle imprese. Senza un intervento deciso e la partenza di riforme strutturali, infatti, anche le aspettative per la seconda parte di questo 2014 rischiano di rimanere deluse, in un momento dove ci sono già forti tensioni sui mercati internazionali a causa della situazione ucraina e dei relativi embarghi verso i prodotti europei e della polveriera nordafricana e medio orientale. Gli imprenditori, seppur tra mille difficoltà, stanno facendo la loro parte e continueranno a farla, ma serve una politica industriale di vero rilancio per far ripartire seriamente il nostro Paese, approfittando anche del cenno di svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro che può ulteriormente stimolare le esportazioni».

«Il primo semestre del 2014 si è chiuso favorevolmente per le imprese di Como, sebbene le previsioni formulate nella precedente edizione fossero più ottimistiche. I primi sei mesi fanno seguito ad un secondo semestre del 2013 anch’esso chiusosi in maniera positiva e a periodi precedenti (2012 e inizio 2013) di pesanti perdite – spiegano in una nota da Unindustria Como e Lecco –. Importante è lo scarto negli andamenti di imprese di medie o grandi dimensioni, se raffrontate con imprese di piccole dimensioni. Le differenze nei trend talvolta superano i 5 punti percentuali, come nel caso di ordini e attività produttiva. Le diversità nel caso delle vendite si attenuano anche se, monitorando il solo periodo aprile-giugno, è visibile un’accelerazione del fatturato (sia estero che nazionale) per le imprese più grandi».

«In generale, il segno “più” ritorna sui dati di domanda, attività produttiva e fatturato se si effettua il raffronto tendenziale, quindi rispetto ai primi sei mesi del 2013. Unici dati critici restano quelli sull’occupazione e sul credito alle imprese. Piatto invece l’andamento del fatturato, si registra un -0,2% rispetto al secondo semestre 2013 – spiega un comunicato –. Rispetto alla seconda parte dell’anno scorso gli ordini crescono del 1,9%, mentre l’attività produttiva cresce meno (+1,1%). Come detto in precedenza, calano le vendite anche se di poco, -0,2%. La performance congiunturale è parzialmente legata a caratteristiche stagionali della produzione, riscontrata per il 39% del campione».

«Migliori i dati tendenziali annui, riferiti al periodo gennaio-giugno 2013. In questo caso, si è recuperato un po’ del fatturato (+0,6%), l’attività produttiva ha registrato un incremento del 1,4% e ancor meglio gli ordini che fanno segnare +3,4%. Le previsioni per i sei mesi finali del 2014 sono positive e superiori al 3,5% – prosegue la nota –. L’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata risulta in crescita rispetto ai livelli molto bassi riscontrati nel 2012. Infatti, per il terzo semestre consecutivo si fanno segnare incrementi. Il dato si attesta al 72,8%. La propensione all’export delle imprese nel complesso è buona, con poco più del 60% del fatturato realizzato entro i confini nazionali, sebbene la maggior parte delle esportazioni siano effettuate in Europa occidentale».

«Il costo associato all’approvvigionamento delle materie prime registra, nel corso del primo semestre, minime variazioni al rialzo (minori dell’1%) rispetto ai listini di fine anno o di dodici mesi fa. L’incidenza media dei costi delle materie prime sul totale dei costi risulta pari al 33% – si precisa –. Le imprese del campione continuano a vivere criticità nei loro rapporti con gli Istituti di Credito, oltre un terzo del campione riscontra incrementi di spese e commissioni, poco più di un quinto rileva minore disponibilità a concedere linee di credito. La situazione occupazionale conferma quanto sperimentato nelle rilevazioni precedenti, nella maggioranza dei casi si ha stabilità (66,5%), nel 21% invece peggioramenti. Le aspettative per i prossimi mesi del 2014 paiono confermare tale scenario».

Per quanto riguarda gli ordini invece:«Il confronto con la prima metà dello scorso anno si attesta a +3,4%, anche il parallelo con il secondo semestre del 2013 è positivo ma più moderato: +1,9%. Le previsioni per i prossimi sei mesi sono anch’esse molto buone, si prevedono ordini in aumento per il 3,5%. Il buon andamento della domanda è rilevabile particolarmente per i settori tessile e metalmeccanico (rispettivamente +5,2% e 6,9% per la variazione tendenziale)».

Mentre: «Sul fronte dell’attività produttiva si riscontrano variazioni differenti a seconda delle dimensioni considerate. Infatti, se il dato dell’attività produttiva delle imprese nel complesso è pari a +1,1% (dato congiunturale), la produzione per le imprese medio-grandi è aumentata del 3,3% mentre cala dello 0,6% per le imprese piccole. Analogo andamento per il dato tendenziale (confronto con il primo semestre del 2013). Le piccole imprese hanno un’attività produttiva pressoché invariata rispetto a dodici mesi prima (+0,5%), le imprese medie invece rilevano +2,7% e il totale del campione è pari a +1,4%».

Motivo per cui: «Le aspettative per i prossimi sei mesi del 2014 risultano invece positive indipendentemente dalle dimensioni e dal settore. L’analisi della capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese con oltre 50 occupati esprime un incremento rispetto a quanto registrato nelle ultime rilevazioni: il tasso passa infatti dal 69.7% all’80%. Il dato contrasta in maniera rilevante con quanto comunicato dalle imprese più piccole per le quali, invece, il tasso di utilizzo della capacità produttiva è pari al 67,1% (era 62,3% sei mesi fa). I valori sono quindi in aumento ma con delle differenze piuttosto marcate che il dato medio (72,8%) non esprime».

«La rilevazione del primo semestre 2014 ha riscontrato un fatturato in lieve calo rispetto alla rilevazione precedente mentre un incremento del 3,4% rispetto al primo semestre 2013. Analogamente alle considerazioni tratte per produzione e ordini, anche il dato complessivo sulle vendite risente di andamenti differenti tra piccole imprese e medie imprese. Il dato negativo (-0,2%) indicato in precedenza è trainato dalle piccole imprese che registrano -1,1% (le aziende medio-grandi segnano +0,8%). Una distinzione a livello settoriale fornisce una lettura similare: imprese tessili e metalmeccaniche con vendite in aumento e aziende di altri settori invece in stallo – continua la nota –. Analizzando nello specifico le vendite nel periodo aprile-giugno 2014 per le imprese oltre i 50 dipendenti, si evidenziano saldi di risposte positivi, indifferentemente per fatturato in Italia o all’estero. Le risposte positive superano in ogni caso il 40% del campione e quasi la metà delle aziende rileva incrementi nelle vendite all’estero. Diversa è la situazione per imprese piccole, dove il 41% indica riduzioni nelle vendite all’estero e il 40% stabilità e un saldo di risposte quasi nullo per le vendite in Italia. Suddividendo il fatturato in base al Paese di destinazione si evince che c’è una buona propensione ad esportare i propri prodotti anche se la metà del fatturato fuori dai confini nazionali riguarda mercati consolidati come l’Europa Occidentale. Riassumendo: il 61,8% delle vendite avviene in Italia, il 19,3% in Europa Occidentale, il 2,9% nei BRICS, il 2,5% negli Stati Uniti e il 2,4% in Asia Occidentale. La restante parte è divisa tra Est Europa, America centro-meridionale e altri Paesi. I giudizi sul futuro prossimo sono improntati all’ottimismo e alla fiducia; in media il fatturato è previsto crescere del 5%».

A proposito del credito: «Le condizioni praticate dagli istituti di credito riguardo spese e commissioni bancarie, richiesta di garanzie e tassi d’interesse applicati risultano in peggioramento per il 34% delle imprese, mentre stabili per il 57%. La disponibilità ad espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove è in peggioramento per un’impresa su cinque e stabile per il 68%», mentre per l’occupazione: «La stabilità è il giudizio che si riscontra da tempo; lo scenario occupazionale risulta infatti caratterizzato da un mantenimento dei livelli in due terzi dei casi, anche se le indicazioni di riduzione restano alte (21% degli intervistati)» (l’analisi congiunturale primo semestre 2014). [md, ecoinformazioni]

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