Io sto con la sposa contro la “Fortezza Europa”

Io-sto-con-la-sposa-2Un centinaio di persone ha gremito il primo appuntamento del cineforum all’aperto organizzato da Arci Xanadù, 35mm sotto il cielo, in piazza Martinelli a Como mercoledì 17 giugno. Introdotto da un breve dialogo fra Michele Donegana, ecoinformazioni, e Valeria Verdolini, sociologa del diritto, ricercatrice, attivista e presidente di Antigone Lombardia che ha partecipato direttamente al progetto ed alle riprese di un film, che, ha ribadito, vuole essere una presa di posizione politica in favore dei diritti delle persone che cercano di trovare un rifugio in Europa.

 

Una scelta, quella di documentare questo viaggio attraverso il continente da Sud a Nord, che potrebbe avere anche ripercussioni per i promotori visto il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il viaggio si conclude in Svezia data la possibilità, per chi viene riconosciuto come profugo in quel paese, di avere un ricongiungimento familiare allargato. Un viaggio per poter scegliere il paese in cui essere accolti e non essere obbligati a fermarsi nel primo in cui si viene fermati così come deciso dall’Unione europea. «Questo è anche il motivo della protesta politica dei migranti al confine fra Italia e Francia che rivendicavano la possibilità di scelta» ha spiegato legandosi all’attualità, sempre più drammatica, Verdolini, che ha ricordato anche come uno degli stimoli alla produzione del film sia stata una delle tragedie avvenute in mare nel 2013 «allora sono morte 600 persone, i numeri attuali ormai sono molto più alti».

Un applauso ha salutato la fine della pellicola e il pubblico, nonostante l’ora, si è fermato per porre alcune domande di chiarimento e approfondimento. Una protesta contro la Fortezza Europa, che porta a continue tragedie lungo i suoi confini e a una disumanizzazione delle persone che cercano di entrarvi con la speranza di una vita migliore. E la speranza non va persa, come si legge sul sito del crowdfunding (riuscito), del film: «Vogliamo credere che esista una comunità di persone, in Europa e nel Mediterraneo, che come noi sognano che un giorno questo mare smetta di ingoiare le vite dei suoi viaggiatori e torni ad essere un mare di pace, un mare dove tutti siano liberi di viaggiare, e dove nessuno divida più gli uomini e le donne in legali e illegali».

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