Chiusura uffici postali

logoposteitalianeCisl Poste Lombardia contro l’accordo fra Poste italiane e Regione Lombardia, «Un risultato deludente», denunciando l’estromissione dei sindacati.

 

«Apprendiamo da notizie di stampa della conclusione del confronto fra Poste, Regione e Anci Lombardia in merito al programma presentato a gennaio dall’azienda riguardante 61 chiusure di uffici postali e 121 razionalizzazioni (aperture a giorni alterni). Sembrerebbe che 15 uffici (di cui 1 solo, in provincia di Varese) non vengano più chiusi definitivamente, così come altri 15 non dovrebbero più subire chiusure a giorni alterni – scrive in un comunicato Giuseppe Marinaccio, responsabile Cisl Poste Lombardia –. “Un buon risultato” viene dichiarato da parte della Regione Lombardia. Bisognerebbe chiedere se dello stesso parere siano anche i Sindaci dei 45 comuni dove gli uffici chiuderanno, visto che l’obiettivo iniziale era quello di garantire un presidio in tutte le comunità disagiate per evitare che a pagarne le conseguenze siano sempre i cittadini più deboli e i pensionati».

«Un risultato che consideriamo invece deludente in termini sociali, economici ed occupazionali! Raggiunto dopo un grande dispiego di forze, energie e risorse in tante riunioni ed incontri pubblici ed istituzionali ai quali l’azienda ha preteso la non presenza del sindacato (nonostante ciò fosse previsto nella delibera del Consiglio Regionale approvata all’unanimità il 3 marzo 2015) che ben conosceva le problematiche e le ricadute sui cittadini e sui lavoratori ed aveva prontamente portato, per primo, all’attenzione pubblica il problema promuovendo varie iniziative, incontri, manifestazioni e sit-in in tutte le province – prosegue la nota –. Infatti, da subito abbiamo manifestato la nostra contrarietà a questa prima operazione di chiusure e razionalizzazioni in quanto le vere motivazioni erano riconducibili alla carenza di personale ed alla scelta aziendale di non attivare il turn-over per pensionamenti ed esodi incentivati (oltre 600 solo nella nostra regione)».

«A dimostrazione di ciò, rileviamo che l’azienda per quest’anno, a differenza del passato, ha attivato in Lombardia un massiccio piano di razionalizzazione degli orari estivi negli uffici postali che vede per i mesi di giugno, luglio ed agosto la quasi totale soppressione dei turni pomeridiani in molti degli uffici aperti di pomeriggio (circa 200) e la chiusura a giorni alterni per circa 400 uffici a turno unico – termina Marinaccio –. In sostanza, siamo solo all’inizio di un piano di forte ridimensionamento della rete degli uffici e dei servizi postali in Lombardia e nella Provincia di Varese. Una politica del nuovo management che snatura il ruolo che dovrebbe esercitare un’azienda fortemente radicata nel territorio come Poste italiane». [md, ecoinformazioni]

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