
Le architetture di Angelo Mangiarotti in mostra a Mendrisio
Una mostra per inaugurare il nuovo anno accademico: l’Accademia di architettura di Mendrisio dedica un’esposizione ad Angelo Mangiarotti (Milano 1921 – 2012), aperta nella sala esposizioni del Palazzo Canavée fino al prossimo 25 ottobre.
Si tratta di una mostra un po’ particolare, che nell’opera del grande maestro dell’architettura postrazionalista concentra l’attenzione sul dato costruttivo, ovvero sulla capacità di fare della struttura dell’edificio una chiave stilistica fondamentale. A questo allude il titolo, non facile, dell’esposizione, La tettonica dell’assemblaggio, dove «tettonica» è usato con riferimento al significato etimologico di «costruttivo», e quindi con riferimento agli aspetti più propriamente strutturali di un edificio, e «assemblaggio» individua uno dei metodi fondamentali di composizione delle architetture di Mangiarotti. A dispetto del titolo piuttosto ostico, la mostra è perfettamente godibile: vi sono indagati dieci edifici, tutti facenti parte della seconda fase della carriera professionale dell’architetto (1961-1979), seguente alla separazione da Bruno Morassutti, e caratterizzati da un utilizzo particolare e particolarmente espressivo delle tecniche di prefabbricazione.
Gli edifici sono illustrati con i bellissimi schizzi originali dell’architetto, i disegni esecutivi (mai presentati in mostra prima d’ora), numerose fotografie d’epoca e materiali vari (tra cui plastici e schemi d’indagine) messi a punto dagli studenti dell’Accademia di Mendrisio negli ultimi anni, durante i corsi dedicati a Mangiarotti, sotto la guida di Franz Graf e Francesca Albani, che hanno curato la mostra.
Intorno una significativa selezione degli oggetti di design progettati da Mangiarotti (assolutamente straordinari i tavolini e i bicchieri) testimonia della sua versatilità.
Interessante notare che dei dieci edifici presentati ben due sono ubicati in territorio comasco: lo stabilimento Lema di Alzate Brianza (1969-1979), e una casa di abitazione plurifamiliare in via Marconi 17 ad Arosio (1974-1978). Un esplicito invito a non fermarsi all’esposizione, ma a spingersi fino a una visita diretta (entrambe le architetture, oltre tutto, sono in buone condizioni di conservazione).
La mostra, a ingresso libero, è visibile da martedì a venerdì dalle 16 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 13 alle 18, ed è corredata da un approfondito catalogo edito dalla Mendrisio Academy Press. [Fabio Cani, ecoinformazioni]
L’ha ribloggato su Il Blog Z N° 2 di Stefano Donno .