
Diritti migranti/ Sel: rispondere insieme a una situazione nuova
La proposta fu già avanzata qualche hanno fa dall’Arci nel consiglio direttivo dell’Avc (Associazione del volontariato comasco che gestisce il Csv): costituire una Tavola dei diritti dei migranti. Una tavola, non un tavolo perché esso troppe volte è stato sinonimo di luogo di spartizione di fondi pubblici. Sia chiaro non un “cabina di regia”, altro termine spesso usato per nascondere un nulla tanto costoso quanto lottizzato.
La proposta dell’Arci (non accolta dall’Avc) era quella di costituire un luogo nel quale, superando la logica dell’estemporaneità, dell’emergenza, dell’accoglienza fai da te che talora offre anche spazio a organizzazioni che speculano sui migranti, si affrontasse con completezza il tema dei diritti negati e delle modalità per renderli reali, non per carità ma per giustizia. Ora Sel, tra le organizzazioni più attive nell’organizzazione della Marcia delle donne e degli uomini scalzi che a Como – con mille partecipanti – è stata straordinaria per numero e varietà di adesioni, sottolinea il successo della scommessa compiuta che ancora una volta smentisce l’idea un po’ razzista che il territorio comasco sia retrivo e incline all’indifferenza. Non è così e Marco Lorenzini, coordinatore provinciale di Sel, propone che per iniziativa dell’associazionismo si costituisca una rete che possa essere interlocutrice autorevole delle istituzioni senza alcuna pretesa di raccogliere da esse finanziamenti e si dia appuntamenti stabili «per provare a rispondere assieme alla situazione nuova». Leggi nel seguito la lettera aperta di Sel ai promotori della Marcia scalza.
«Care amiche e cari amici, ho atteso qualche giorno a scrivere queste righe, perché l’emozione di vedere in piazza a Como così tante persone a piedi scalzi è stata forte. Abbiamo scommesso sulla possibilità che anche nel nostro territorio ci fosse una parte di società disponibile a rendere evidente i valori dell’accoglienza e la consapevolezza “politica” che siamo di fronte ad un passaggio epocale, passaggio che imporrà scelte importanti a livello europeo ed italiano, che coinvolgerà maggiormente le amministrazioni locali, ma che ci interroga anche come esseri umani. Prima di tutto un grazie a tutti voi, a tutti noi, associazioni, sindacati, partiti, uomini e donne che abbiamo marciato ricordando che difendere il diritto di ciascuno a sfuggire alla morte, alla fame, alla persecuzione e alla discriminazione riguarda i valori fondamentali e giuridici della nostra convivenza civile. Abbiamo ricordato con mille voci che l’indifferenza è solo l’illusione che non ponendosi il problema, il problema non esista; abbiamo chiarito che il razzismo è spesso solo paura dell’altro, egoismo, paura che la propria condizione venga messa in discussione; eppure siamo tutti consapevoli che tutto ciò non basti, così come non basta, ma è necessario, rispondere ai bisogni immediati di chi non ha più nulla; ciò che serve è ridare speranza e prospettive a chi cerca solo un’altra possibilità di vita. A Como e provincia la risposta è stata buona, ma serve un progetto stabile, oltre la buona volontà, che guardi al futuro: chiediamo alla Prefettura di coordinare un tavolo provinciale che oltre a trovare allocazione ai fuggitivi, monitori i bisogni e costruisca reti per la formazione e il lavoro; chiediamo al comune di Como di convocare la Commissione terza, che si occupa anche di welfare, per rendere pubblici i dati e le strategie di intervento della giunta; serviranno posti letto in più per l’inverno; chiediamo al sindaco e agli assessori competenti che reperiscano spazi pubblici per rispondere al bisogno; serve un registro di proprietari di appartamenti sfitti disponibili a mettere a disposizione spazi. La rete di soggetti che ha partecipato alla Marcia delle donne e degli uomini scalzi dovrebbe darsi appuntamenti stabili per provare a rispondere assieme alla situazione nuova.
In tal senso sarebbe opportuno che il mondo associativo che si occupa in maniera stabile di questo fenomeno faccia la prima mossa. Come sapete io ho un ruolo politico, come coordinatore provinciale di Sel, non credo di essere quindi il soggetto ideale per tale prima mossa; ovviamente il sottoscritto e la mia organizzazione appoggeranno tale iniziativa. Un abbraccio a voi tutte e tutti. [Marco Lorenzini, coordinatore provinciale di Sel Como]