Generazione Rosarno/ L’autodeterminazione dei figli
Storie al femminile alla Feltrinelli martedì 8 marzo con Serena Uccello e il suo libro Generazione Rosarno [Melampo, 2015, pagg. 258, 16 euro], un viaggio attraverso un paese simbolo della ‘ndrangheta e dell’antimafia, che si fa Luogo e si dispiega alla vista da una prospettiva nuova, quella dei figli e soprattutto delle figlie, di una generazione che sente il peso e l’affanno di un destino che può sembrare segnato, ma non lo è.
Con le sue storie di vita vissuta, crude, forti e disperate, con le sue testimonianze semplici, dirette e dirompenti dei giovani protagonisti e con i suoi passi leggeri nella quotidianità di una scuola dell’inclusione in cui ai ragazzi spetta solo di portare il peso del loro nome, e non del cognome, facendosi artefici delle proprie scelte, Generazione Rosarno rappresenta quella che, con le parole di Serena Uccello, è «la nuova frontiera della lotta alla mafia». Dare un senso di possibilità alle nuove generazioni, dimostrare attraverso l’inclusione che le colpe dei padri non ricadono automaticamente sui figli, inserirsi nell’affanno di chi non vuole come migliore prospettiva di vita il carcere o la latitanza e come peggiore la morte, accogliere; in una frase, strappare i figli alla criminalità organizzata: questo il filo rosso che lega i passi del saggio di Serena Uccello e li collega alle storie potenti di madri che si fanno vittime o carnefici, che per i figli o per l’onore diventano strumenti di lotta in un senso o nell’altro.
Il pubblico ha ascoltato con vivo interesse e quasi sommesso riguardo le parole dell’autrice che, con una semplicità sorprendente, descrivevano una realtà che si faceva quasi percettibile, tattile e presente nonostante la lontananza geografica.
«I figli che non si liberano dalle colpe dei padri sono infelici: e non c’è segno più decisivo e imperdonabile di colpevolezza che l’infelicità», scriveva Pasolini, fornendo anche lo stimolo per scrivere Generazione Rosarno, per ricordarci che ognuno sceglie da solo il proprio destino e che l’emancipazione dall’educazione e dalla colpa è possibile, ieri come oggi e ancora di più in futuro. [Marisa Bacchin, ecoinformazoni]