
Letteratura e migrazione/ Per non farsi governare dalla paura
Di umanità e accoglienza, di vita e rinascita e lettere e parole e gesti: di mani tese l’una verso l’altra; di questo si è parlato con Eraldo Affinati e don Giusto della Valle lunedì 18 allo Spazio Gloria, il tema la migrazione, la speranza, la letteratura; questo il filo conduttore della giornata che ha visto testimonianze di vita e di viaggio creare un tutt’uno con la parola scritta di Affinati, con le storie narrate nei suoi romanzi e con l’appello all’introspezione di don Giusto.
La letteratura diviene il medium, il tramite attraverso cui mettere ordine fra le cose della vita, come scriveva Sartre e come sottolinea Marzio Caggiano, dirigente scolastico del liceo Giovio, che apre la giornata, e come parafrasa anche l’assessore alla Politiche sociali del Comune di Como Bruno Magatti, ricordando l’importanza delle commistioni fra le sfere del quotidiano, fra tutti i qui e ora che fanno parte di ognuno di noi.
Letteratura, quindi; parole come riscatto, per raggiungere chi fatica ad ascoltare e andargli finalmente incontro, per cercare quella parità, quella uguaglianza dei punti di partenza che differenzia così tanto nella scuola come nella vita. Con le parole Eraldo Affinati racconta la sua storia, la storia degli studenti difficili de La città dei ragazzi, quella di Don Milani e dei Don Milani di oggi e, viaggiando letteralmente attraverso tempo e spazio, da Berlino a Città del Messico, dal Marocco all’India, riesce a ripercorrere la solitudine dei maestri e i passi dei sopravvissuti, sviscerando il suo interesse per gli ultimi e per una nuova scuola che riesca a coltivare veri rapporti umani. Affinati racconta e le parole prendono vita, evocano immagini e incarnano forme e la platea di studenti attenta ascolta come incantata;
Con don Giusto al tema dell’incontro si aggiunge un tassello: non è l’integrazione da perseguire quanto piuttosto una comunione di identità che non può che beneficiare entrambe le parti; lo sprone è all’introspezione, a capire che Italia e che persone vorremmo essere, a finalmente vedere il diverso come una possibilità di crescita; poche e semplici parole stimolano una riflessione profonda sulla convivialità delle differenze e la molteplicità delle culture come valore aggiunto. È necessario avere delle idee, incalza don Giusto, un progetto di società che in Italia sembra mancare: tante piccole realtà si organizzano ma senza coordinazione e progettualità, mentre sul versante opposto i passatori si arricchiscono e ai percorsi dei sopravvissuti si sostituiscono nella narrazione quelli di coloro che approfittano della reticenza delle istituzioni verso la riorganizzazione legale delle rotte e l’apertura di confini e corridoi umanitari.
Molti gli interventi dei ragazzi, che chiedono curiosi e incalzano le riflessioni.
Le testimonianze di quattro ragazzi, Nea e Sohel dal Pakistan, Funèl dal Mali e Villo dal Senegal, e le foto del campo di Idomeni di Vincenzo Bruno presentate dal giornalista de Il settimanale di Como Michele Luppi hanno chiuso la mattinata del cinema Gloria dedicata all’incontro di letteratura e migrazione. [Marisa Bacchin, ecoinformazioni]
Guarda i video di Vanessa Magni di tutti gli interventi della giornata sul canale di ecoinformazioni.