Migranti e senza dimora senza Pace e impegno contro le armi nucleari a Palazzo Cernezzi

Con gli interventi preliminari dei consiglieri di Paco-Sel Nessi e  Grossi al Consiglio comunale arriva il tema delle persone in strada a causa della chiusura dell’emergenza freddo e dell’accoglienza di Sant’Eusebio e quello della necessità di contrastare il bellicismo montante e di confermare l’impegno per la messa al bando delle armi, nucleari in particolare. Nel seguito i testi integrali delle dichiarazioni preliminari.

«Preliminare di Luigi Nessi (consiglio comunale 3 aprile 2017) 

Sabato primo aprile sono stati chiusi gli spazi dedicati all’emergenza freddo e il dormitorio di Sant’Eusebio. Sabato notte negli spazi messi a disposizione dalla  Parrocchia di Rebbio hanno dormito 80 persone.

Dormire, all’aperto, in città è problematico oltre che per la situazione atmosferica (sabato notte pioveva) anche per le norme che presto saranno in vigore: quelle previste dal decreto governativo, già passato in Senato e presto in discussione alla Camera che in nome della sicurezza e del decoro proibiranno alle persone di dormire fuori, per le vie e sotto i portici della città.
Lo scorso anno, almeno, era aperta la Stazione San Giovanni, un luogo di sosta e di rifugio, un tetto sotto cui stare. Noi pensiamo che l’Amministrazione non possa stare a guardare, che si debba riflettere e agire bene e rapidamente. Occorre intervenire subito e trovare insieme una soluzione.

La mancanza, in questo momento, di spazi comunali adibiti a fronteggiare la situazione dei senza fissa dimora, rende ancora più urgente una risposta alla richiesta fatta da Como senza frontiere di poter utilizzare l’ex DropIn, assumendo completamente i costi della gestione e dei necessari lavori di adeguamento della struttura».  [Luigi Nessi]

«Dichiarazione preliminare di Celeste Grossi sulla messa al bando delle armi nucleari (Como 3.4. 2017)

Il 27 marzo è iniziata  a New York la Conferenza dell’Onu per predisporre un Trattato che metta al bando le armi nucleari. A novembre 2016, all’assemblea generale delle Nazioni Unite, sulla Risoluzione per chiedere l’avvio dei negoziati,  l’Italia ha espresso un voto favorevole, poi smentito dal governo.

Allo storico appello di Gandhi, rilanciato da Albert Einstein: “eliminare le armi nucleari perché queste non eliminino l’umanità intera”, si sono uniti scienziati, politici, milioni di persone, tutti i pontefici dell’ultimo mezzo secolo, i rappresentanti delle altre comunità cristiane e di altre religioni, per chiedere che le armi nucleari siano considerate illegali e siano messe al bando e distrutte come disposto per le altre armi di distruzione di massa, quelle chimiche e biologiche.

E ora, proprio in vista della Conferenza Onu, Papa Francesco che ha chiesto “un passo decisivo nel cammino verso un mondo senza armi nucleari”, “un obiettivo di lungo periodo estremamente complesso”, ma non “al di fuori della nostra portata”. La pace e la stabilità internazionali “non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca”. La pace deve essere costruita “sulla giustizia, sulla fiducia tra i popoli, sull’accesso all’educazione.

Consapevoli che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca sono contrarie al bene dell’umanità e all’etica di ogni civile convivenza, anche da questo Consiglio, di questa città Messaggera di Pace, parte del Coordinamento degli Enti locali per la Pace, alla presidenza del Coordinamento comasco per la Pace,  vogliamo fare appello ai parlamentari italiani  di essere  fedeli alla Costituzione e di attenersi agli obblighi sottoscritti con l’adesione al Trattato di non proliferazione e per la denuclearizzazione del territorio italiano; fare appello ai parlamentari europei a essere coerenti con i Trattati fondativi dell’Unione Europea e a essere all’altezza del premio Nobel per la Pace che all’Unione è stato assegnato nel 2012.

O l’umanità distruggerà gli armamenti o gli armamenti distruggeranno l’umanità». [Celeste Grossi]

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