5-21 maggio/ Migrants

Como i profughi alla stazione di San Giovanni

Non solo fotografi, ma persone disponibili a fare la loro parte mentre altri, anche nelle istituzioni,  non fanno neppure ciò che sarebbe doveroso. Sono così Mattia Vacca e Carlo Pozzoni e le loro foto avranno molti effetti preziosi. Il primo per ciò che rappresentano, una realtà sulla quale tutti dovrebbero aprire gli occhi. Il secondo perché le loro foto alla fine della mostra saranno vendute all’asta, e per l’occasione verranno resi disponibili alla vendita anche due quaderni con una foto per ogni autore in copertina. Nel seguito la presentazione della mostra.

Como migranti giocano al pallone ai giardini della stazione di San Giovanni

Nel 2016, la città di Como ha acquisito un posto di rilievo nella mappa delle rotte dei migranti verso l’Europa, accanto a luoghi già tristemente famosi come Idomeni, Lesbo, Ventimiglia o Lampedusa. Le immagini delle indegne condizioni di vita a cui erano costretti i migranti respinti alla frontiera e precariamente accampati davanti alla stazione di Como S. Giovanni sono rimbalzate su tutti i principali canali di informazione e hanno destato le coscienze sui problemi delle donne e degli uomini richiedenti asilo.

Oggi, l’accampamento di fronte alla stazione è stato smantellato, ma non per questo il problema delle donne e degli uomini migranti è meno reale. Al contrario, queste persone sono oggi a noi invisibili, nonostante siano sopravvissute a un viaggio disperato che in troppi non sono riusciti a ultimare, e nonostante le frontiere che pesano come i muri di una fortezza tuttora impediscano loro di vivere una vita degna di questo nome.

Questa mostra nasce proprio con lo scopo di riproporre le immagini di quei giorni per ridestare l’attenzione di una città che riteniamo troppo sopita sul problema dei migranti, quando non addirittura ostile ad essi. Per questo motivo, a fianco delle fotografie in bianco e nero di Mattia Vacca e a quelle a colori di Carlo Pozzoni verranno esposti alcuni oggetti che sono appartenuti a questi uomini, donne, e bambini nei loro giorni di vita precaria davanti alla stazione di San Giovanni.

La mostra sarà introdotta dalle parole di Don Giusto Della Valle, parroco della parrocchia di Rebbio, che sin dall’inizio è stato in prima linea al fianco dei migranti giunti fino a Como. Ancora oggi, l’impegno di Don Giusto è fondamentale nel fornire accoglienza incondizionata a tutti i migranti ancora presenti in città. Per questo motivo, riteniamo importante che la mostra possa avere utilità concreta devolvendo l’intero ricavato alla parrocchia di Don Giusto. A conclusione della mostra, tutte le immagini esposte saranno vendute all’asta, e per l’occasione verranno resi disponibili alla vendita anche due quaderni con una foto per ogni autore in copertina.

La mostra è patrocinata dal Comune di Como, dalla parrocchia di Rebbio e dall’Associazione Migrants Como, e si inserisce all’interno del programma di “Intrecci di Popoli”, progetto comunale dedicato alle comunità straniere presenti sul territorio comasco. La mostra verrà inaugurata venerdì 5 maggio alle ore 18.30 e proseguirà fino a domenica 21 maggio. La mostra resterà aperta da martedì a venerdì dalle 14 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19.

Per tutta la sua durata, la mostra verrà custodita da alcuni rappresentanti delle stesse comunità di migranti. Nel periodo dell’esposizione sono previsti due incontri di dibattito. Il 10 maggio fornirà la propria testimonianza personale Asat, ex-profugo afghano da qualche anno in Italia, dapprima ospitato da una famiglia comasca e ora completamente integrato nella comunità cittadina. Il 17 maggio sarà invece lo stesso Don Giusto Della Valle a raccontare la sua esperienza di impegno quotidiano con i migranti.

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