
Sinistra italiana: «Una sconfitta chiara» determinata anche da un forte centralismo antidemocratico
Sinistra italiana di Como, che ha condiviso con Articolo 1 – Mdp e Possibile il percorso di Liberi e uguali, propone una prima lettura dell’esito elettorale che definisce «una sconfitta chiara», censura gli elementi di «forte centralismo antidemocratico» che hanno caratterizzato le prime fasi del progetto di Leu e, dopo la prima assemblea del 7 marzo, preannuncia per il 27 e 28 marzo incontri provinciali e regionali per approfondire la discussione su come «riprendere il percorso di Leu insieme alle quasi settemila persone a livello provinciale e al milione e mezzo a livello nazionale». Leggi nel seguito il testo integrale del documento.
Le elezioni del 4 marzo hanno confermato la tendenza alla forbice, in atto nella società italiana, tra chi auspica un cambiamento e chi vuole chiudersi dietro un muro securitario; l’aspetto paradossale è che le due forze che hanno incarnato queste tendenze, vincendo le elezioni, sono nate fuori dall’orizzonte costituzionale e come partiti antisistema. La sinistra di Leu non è stata in grado di intercettare il desiderio di cambiamento né di contrastare la deriva leghista, il vecchio centro destra e il Pd sono risultati dei piani inclinati che hanno offerto voti al M5s e alla Lega.
Leu ha subito quindi una sconfitta chiara e i suoi 18 deputati, pur importanti, dovranno avere un mandato da stabilire con un processo partecipato dal basso, se non vogliamo disperdere il patrimonio di attivismo costruito in due mesi di grande impegno per la raccolta delle firme e per la campagna elettorale. La differenza di voti ricevuti tra il nazionale e il regionale ci dice poi che una parte del nostro elettorato è stata attratta dal voto utile e che l’orizzonte strategico di costruire un quarto polo di sinistra in Italia si è scontrato con la paura dell’avanzata delle destre.
Il percorso di Leu iniziato il 4 dicembre 2017 era viziato da un forte centralismo antidemocratico, ma il poco tempo a disposizione aveva accantonato le critiche che ognuno di noi aveva ben chiare, oltre che esplicitate a livello regionale e nazionale. L’elettorato inoltre ci ha visti in continuità con un ceto politico che aveva qualche responsabilità con il ciclo precedente e non ha letto nel nostro programma una visione di prospettiva alternativa e chiaramente di cambiamento. Adesso che la polvere della bufera si sta depositando è il momento delle analisi e delle riflessioni collettive e poi condivise, in tal senso auspichiamo che in ogni provincia vi siano momenti pubblici di analisi per decidere le prospettive. A Como abbiamo già svolto la prima assemblea il 7 marzo e le tante persone intervenute nel dibattito hanno ribadito la necessità di continuare il processo di costruzione di un partito di sinistra. Non abbiamo molto tempo, ma non possiamo accelerare troppo, perché con le macerie non si costruisce una casa nuova. Come Sinistra Italiana abbiamo già avuto un momento nazionale e uno regionale di analisi e siamo a disposizione per riprendere il percorso di Leu insieme alle quasi settemila persone a livello provinciale e al milione e mezzo a livello nazionale. Ognuno impasta il pane con la farina che ha, ha detto un compagno alla prima assemblea del 7 marzo; bene, noi cercheremo di fare un pane con le diverse farine a disposizione, perché la sinistra dovrà essere plurale se vorrà ancora rappresentare le culture del lavoro, dei diritti e dell’ambiente. [Marco Lorenzini, coordinatore provinciale di Si Como]