
Luigi Nessi/ Lettera aperta a Alessio Butti: «Si potrebbe (si dovrebbe) trovarsi d’accordo»

Personalmente, mi creda, non posso mai scindere il mio impegno di “cristiano in cammino”, dalle Beatitudini evangeliche; beato chi ha fame e sete, beati i poveri di spirito e dalle opere di misericordia: dar da mangiare a chi ha fame, visitare i carcerati, e le tante altre proposte che il Vangelo quotidianamente ci presenta.
Quindi difficile, mi creda, per me, discernere, come Lei dice, affermando che la Chiesa debba preoccuparsi di trascendenza e governo delle anime, la politica di vicende terrene.
Secondo me, sono nella Chiesa attuale di Francesco, cose difficili da scindere e dividere….
Pensando ai punti che Lei cita, sono d’accordo quando dice che qualsiasi uomo ha una dignità, sia quelli che arrivano da noi, sia quelli che restano nella loro terra, soffrendo fame, miseria, guerra.
Occorre dire che l’Africa, è stata da sempre, e lo è tutt’ora, un luogo che continua ad essere utilizzato dai paesi ricchi quale terreno dove soddisfare le proprie aspirazioni di dominio economico e strategico.
I tanti piani di cooperazione, i tanti “anni dell’Africa”, i proclamati Piani Marschall attuali, sono sempre falliti.
E l’Unione Europea, che da tempo pensa e dice di interventi mirati a sostegno di economie africane, che servirebbero anche a ridurre i numeri dei migranti e dei rifugiati, magari a far cessare guerre e favorire processi democratici, ha proposto invece di raddoppiare il finanziamento per il programma G5 Sahel Task Force, il contingente multinazionale africano, che combatte i gruppi armati delle varie regioni e tenta di interrompere flussi migratori verso il Vecchio continente.
Concretamente i governi europei hanno appaltato il lavoro sporco ad altri, rendendo più difficile l’arrivo dei migranti verso le nostre coste.
Vedi poi le idee tipo i campi in Libia, che tutti, identificano come dei veri e propri lager di questi tempi.
Quindi una scelta militare, magari sostenuta dalla vendita di armamenti, molti prodotti nel nostro Paese.
La produzione e la vendita delle armi, cosa su cui la politica non interviene, anzi favorisce, pensiamo all’insensato programma degli aerei da guerra F35, che usa soldi delle nostre tasse, non impegnandoli nei veri bisogni della nostra società.
Le faccio quindi, una domanda. In queste situazioni come interviene la politica?
Posso pensare che queste masse di persone che scappano dalle loro terre, lo fanno non solo per calamità naturali e ambientali, ma da Paesi coliti da fame e guerre, causate dalle politiche neocolonialiste dell’Occidente.?
Quindi penso che al posto delle armi, occorra portare dappertutto il “rispetto dei diritti umani” contestando l’attuale tendenza a costruire muri e di vedere dietro ad ogni migrante, un pericoloso criminale.
Pericolosi criminali che ora si insinua, siano anche su tutte le navi che invece, salvano persone nei mari, che altrimenti annegherebbero. Ppurtroppo il nostro Mediterraneo, penso convenga con me, è ormai un cimitero.
Attualizzando poi il Suo intervento alla nostra città, quale cristiano, non capisco perché le amministrazioni (parlo dell’attuale, ma anche della precedente di cui anch’io facevo parte), non possano risolvere certe situazioni, cose primarie per le persone migranti presenti; dico persone straniere, non dimenticando mai però, le situazioni difficili dei nostri concittadini comaschi e italiani.
Dico luoghi per un dormitorio, un impegno di ascolto e di crescita umana e sociale, scuola, luoghi di incontro e di sport..lavori utili a servizio della città.
Questo con le tante persone, le tante associazioni cristiane e laiche che nella nostra Como operano da tempo per superare varie difficoltà.
Ci sono stati esempi, proposte da associazioni, da organizzazioni, che, purtroppo non hanno avuto seguito. Ci ricordiamo dei profughi che hanno verniciato le scuole, di chi ha spalato anni fa la neve, di quante possibilità di lavoro ci sarebbero per migliorare la città, boschi, giardini, strade,altri servizi.
Mi pare sia una mancanza della politica non confrontarsi. Non rendere meno diseguale la città, mi permetta, per me significa pensare anzitutto ai più deboli e ai più poveri e anche i migranti sono tra questi.
E penso che da cristiani su questi temi, temi per l’uomo, ci si potrebbe (si dovrebbe) trovarsi d’accordo.
Grazie comunque del Suo intervento. [Luigi Nessi, aclista e portavoce de La prossima Como]