
Ancora in attesa della residenza!

Ancora senza risposta da parte del Comune di Como la richiesta di iscrizione all’anagrafe da parte di un richiedente asilo imposta da una sentenza del Tribunale di Como. Nonostante i giorni ormai passati, il Comune continua a rinviare, evidenziando una volontà persecutoria del tutto priva di ragioni.
Di seguito il racconto e le considerazioni dell’avvocato Antonio Lamarucciuola, dell’Osservatorio giuridico per i diritti dei migranti, che ha seguito la pratica.
«Venerdì 26 luglio verso le 11.15 mi sono recato con “John” all’ufficio anagrafe per capire se vi fossero delle novità in merito alla sua iscrizione all’anagrafe.
Ciò perché nel pomeriggio John avrebbe sostenuto il colloquio per una possibile nuova assunzione di lavoro a decorrere da settembre e avrebbe preferito recarsi al colloquio con il certificato di residenza, richiestogli in precedenza per avviare le pratiche di assunzione; in ogni caso quel certificato gli serve perché l’attuale luogo di lavoro, (occupazione stagionale nel settore alberghiero) si trova fuori Como, e quando finisce il turno spesso sono le ore 02.00 di notte e non avendo mezzi per rientrare a Como è costretto a pagarsi un taxi erodendo il suo già precario guadagno. Inoltre da informazioni ricevute dalla consigliera Lissi, avevo saputo che ieri la Giunta dovrebbe aver affrontato la questione decidendo sull’eventuale proposizione di un reclamo: motivo per cui ritenevo che contemporaneamente potesse aver “sbloccato” l’iscrizione anagrafica.
Tuttavia, la dott.ssa Lo Cascio, alla quale ho nuovamente rappresentato l’urgenza, da me interpellata non ha voluto dirci nulla invitandoci a rivolgerci all’ufficio legale, nella persona dell’avv. Marina Ceresa per avere maggiori chiarimenti. Senonché la responsabile dell’Ufficio Legale era impegnata e non ha potuto ricevermi; la sua collega avv. Ogliaroso ci ha solo potuto confermare quanto già scritto in precedenza dall’avv. Ceresa, che indicava l’intenzione di adempiere all’ordinanza “entro il termine concesso” e la riserva della Giunta in merito alla eventuale proposizione del reclamo. Ho provato a ricordare all’ufficio legale che avevo espressamente indicato la necessità di avere un certificato di residenza entro questa mattina, ma ciò non ha sortito l’effetto sperato.
Ora, ho provato a farmi una ragione di tale accanimento verso una persona che vuole solo poter garantire alla sua famiglia un sostentamento adeguato ma non ne ho trovati. A meno che il Comune, la Giunta, non stiano pensando di presentare oltre al reclamo una istanza di sospensione dell’ordinanza cautelare; tecnicamente ciò è possibile ma occorrerebbe dimostrare che il Comune potrebbe subire un “grave danno” dall’esecuzione dell’ordinanza del dott. Abate, cosa che francamente mi pare davvero improbabile posto che si tratta di una banale e semplicissima iscrizione anagrafica per la residenza di un cittadino regolarmente presente nel nostro territorio.
Non resta che attendere le decisioni della Giunta e capire se sarò stato un buon … “indovino”.» [avv. Antonio Lamarucciola]