
Rebbio solidale: anche il pallone è un globo

Lo sport agonistico è tante cose diverse: affari, denaro, distrazione di massa. Lo sport è però anche occasione di incontro, di conoscenza, di crescita umana, di valori, amicizia; è anche e lo é sempre stato palcoscenico per lanciare messaggi positivi.
Ricordo, l’ho vissuto personalmente in diretta televisiva tanti anni fa, la premiazione dei due afroamericani alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968. Le braccia alzate con il pugno chiuso coperto dal guanto nero di Tommie Smith e John Carlos hanno fatto riflettere più persone di tanti dibattiti, di tanti incontri, di tante parole. Si trattò di gesto politico che ha cambiato l’intera società.
Nessun paragone, ma anche il gesto, lo striscione sostenuto dalle due squadre partecipanti alla prima delle finali del torneo delle Nazioni di calcio maschile (dall’8 al 27 luglio sul campo dell’Oratorio di Como Rebbio), che la Comunità di Rebbio, quella di don Giusto, organizza da nove anni, è stato un momento per far riflettere. «Aiuta chi salva, sostieni Ocean Wikins» diceva lo striscione, un chiaro appello, una chiara denuncia delle idee e della mentalità che chi ci governa. Questa manifestazione che ha visto la partecipazione di 11 squadre, composte da giocatori di varie nazionalità, è stata un momento di incontro, di conoscenza, di confronto, un piccolo “mondiale ” di calcio, riservato alle comunità che vivono a Como.
Ai calci di rigore nella finale, sabato 27 luglio, ha prevalso dopo che i tempi regolamentari erano terminati 2 a 2, la Costa d’Avorio sul Ghana 5 a 4. Al terzo posto la Romania.
Quindi di una festa per tanti, giocatori e pubblico che afferma il valore dello sport come mezzo di integrazione e di realizzazione personale. Se crediamo e diciamo tante volte che serve lo sport per tutti e di tutti, questo Torneo delle Nazioni ne è stato prova concreta. [Luigi Nessi, ecoinformazioni]