1 marzo/ Milano/ Restiamo qui!

«Il 1 marzo 2021 alle 18,30 in piazza Duomo a Milano (qui l’evento facebook) si terrà una giornata di mobilitazione e sciopero. Lavoratrici e lavoratori italiani e immigrati, nonostante la pandemia hanno scelto di scioperare insieme, “uniti dalla consapevolezza che il razzismo istituzionalizzato […] le politiche di esclusione, lo sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, a partire dai più deboli e inermi, aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita”.

Il 1 marzo per molti negli ultimi anni ha assunto il significato di lotta contro il razzismo e la discriminazione.
Quest’anno le persone immigrate e figlie di persone immigrate, che vivono più che mai una situazione di esclusione e invisibilità nell’attuale crisi sanitaria, economica e sociale, tornano in piazza con le realtà antirazziste e solidali.
Questa lotta incrocia la condizione di precarietà di molte altre persone immigrate, richiedenti asilo, persone che hanno richiesto il ricongiungimento familiare, il rinnovo del permesso di soggiorno, o del titolo di viaggio, oppure la cittadinanza. Persone che durante la pandemia hanno svolto lavori considerati essenziali, la cura delle persone più vulnerabili, il lavoro nei campi, la raccolta e la distribuzione di cibo. Eppure i diritti fondamentali per le persone immigrate, determinanti per la tenuta della coesione sociale e della salute dello stato di diritto in Italia e in Europa, sono scomparsi dall’agenda politica.
A distanza di 11 anni dal primo Sciopero degli “stranieri” gli organizzatori vogliamo rinnovare l’invito a mobilitarsi nella giornata del 1^ marzo.
Le condizioni di molti immigranti e non solo negli ultimi dieci anni sono peggiorate gravemente, lo dimostrano non solo le immagini di chi sta ancora migrando ai confini dell’Europa, ma le lotte dei braccianti per condizioni dignitose di lavoro e di vita, dei riders e dei lavoratori della logistica per un contratto di lavoro, maggiori tutele ed un’equa retribuzione, delle persone trattenute nei CPR, dei giovani e giovanissimi figli e figlie di persone immigrate per la cittadinanza, la lotta per la regolarizzazione. Tuttavia si è sviluppata però anche una nuova consapevolezza delle forme di razzismo istituzionale, tradotto in quelle norme dello Stato che impediscono a tutte e tutti di godere dei diritti fondamentali e rendono le persone immigrate e i loro figli e figlie cittadine e cittadini di serie B. Si invitano tutti e tutte a partecipare alla mobilitazione perché gli diritti delle persone che lavorano qui e vivono qui non può aspettare.
Lavoriamo qui! Viviamo qui! Restiamo qui!
Non possiamo più aspettare i nostri diritti».
[AssociazioneTodoCambia; Non possiamo più aspettare Sanatoria 2020]

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