
Raffaele Masto: l’Africa riscoperta
Giornalista per Radio popolare e per la rivista “Africa”, autore di parecchi libri, Raffaele Masto è stato uno dei testimoni più intensi e più comunicativi dei molti – e contraddittori – aspetti dell’Africa contemporanea. Prematuramente scomparso nel marzo del 2020, nella prima fase della pandemia covid-19, ha lasciato un vuoto profondo nell’ampio pubblico che lo seguiva, ma ha lasciato anche una grande eredità di conoscenze e di prospettive. Per questo, la serata organizzata il 13 gennaio dal Comune e dalla Biblioteca di Lurago d’Erba, nell’ambito del Mese della Pace 2022, è stata un’occasione importante di confronto e di verifica.
Dopo la sua morte, e nonostante le restrizioni determinate dalla situazione sanitaria, il gruppo dei suoi amici e amiche ha preso la decisione (inevitabile, per molti versi, ma non per questo meno difficile) di non lasciar spegnere l’interesse che la sua opera ha contribuito a far crescere sull’Africa. Si è quindi dato vita a un premio, di cui è già stata superata la prima edizione, per sostenere quelle persone, rappresentanti delle diverse comunità africane, che si sono battute per i diritti umani, per il rafforzamento della società civile e per la cultura delle diverse popolazioni; un premio che nasce – in un certo senso – dal cuore stesso dell’Africa, da quelle realtà che Raffaele Masto aveva così profondamente raccontato e interpretato. La seconda iniziativa è invece rivolta a noi che stiamo in questo piccolo pezzo di emisfero privilegiato e che abbiamo un debito di conoscenza nei confronti di questo intero continente: una raccolta antologica di molti scritti di Raffaele, utilissimi per trarne un’idea non banale, non consolatoria di quella enorme complessità rappresentata da più di un miliardo di persone.
A Lurago d’Erba hanno preso la parola per raccontare il loro amico e grande giornalista, Marco Di Puma, responsabile manifestazioni esterne di Radio popolare, Angelo Ferrari, giornalista AGI e della rivista “Africa”, e Paola Rumi, curatrice del libro. (Assente giustificato Marco Trovato direttore di “Africa”, bloccato dal covid-19.)
Prima delle loro parole, una breve sintesi video di vari spezzoni di interventi pubblici di Raffaele Masto ha messo in evidenza il valore appassionato del suo lavoro e la sua irriducibilità alle logiche della narrazione dominante. L’Africa per lui era una realtà viva con cui entrare in relazione anche emotiva, non certo un semplice oggetto di studio, per quanto approfondito.

Il suo lavoro di giornalista “fuori dagli schemi” (quelli del giornalismo mainstream, abituato a raccontare le tragedie degli altri mondi, il terzo e il quarto, dalle stanze dei grandi alberghi) è stato messo in evidenza dagli interventi di Marco DI Puma e Angelo Ferrari. In qualche caso le strade alternative percorse da Raffaele gli hanno anche permesso di realizzare veri e propri scoop riconosciuti a livello internazionale (come l’intervista al principale signore della guerra somalo, Aidid – Mohammed Farah Assan -, ricercato da tutti ma “trovato” solo da Masto, giornalista indipendente), sempre gli hanno garantito sguardi non convenzionali sulle diverse declinazioni del continente africano – non tutte drammatiche, per fortuna. Va detto anche che la vena narrativa di Raffaele dava il suo meglio nei servizi radiofonici “raccontati” con la sua voce particolare, con un ritmo denso ma mai insistito nello sforzo di dire quante più informazioni possibili nel poco tempo a disposizione…
La grande mole di materiale pubblicato, comunque, ha dato vita a questa antologia L’Africa riscoperta. Memorie di un reporter. Paola Rumi ha ripercorso la genesi del libro, che doveva essere inizialmente la riproposizione dei due primi volumi pubblicati da Raffaele, ormai esauriti, poi ridotti “per non esagerare con le pagine” e di nuovo ancora cresciuti con l’aggiunta di materiali diversi, ritenuti indispensabili per dare un panorama più preciso dei tanti temi toccati nel suo lavoro giornalistico (sono stati recuperati anche testi dal suo blog dedicato – ovviamente – alle vicende africane).
In estrema sintesi, è stata la conclusione della serata, il lavoro di Raffaele Masto evidenzia che l’Africa ha bisogno, prima di tutto, di giustizia. Per restituirle questo bene supremo che in secoli di sfruttamento l’Occidente le ha tolto, noi tutti abbiamo anche un dovere di conoscenza. Il libro di Raffaele Masto è un ottimo punto di partenza. [Fabio Cani, ecoinformazioni]
