21 gennaio/ Memoria della strage di Cima di Porlezza

Il 21 gennaio 1945, a Cima di Porlezza, sulle sponde del lago di Lugano, si perpetrò una delle repressioni più efferate dell’epilogo della guerra e della Resistenza nel Comasco: un gruppo di 6 giovani partigiani, individuato in una casa del paese – probabilmente per una delazione -, venne circondato e si arrese dopo un lungo conflitto a fuoco con la promessa di aver salva la vita. Invece, furono immediatamente fucilati al cimitero della frazione, compresa la giovane Livia Bianchi (nome di battaglia Franca), a cui fu offerta all’ultimo momento la salvezza solo “in quanto donna”. Livia scelse invece di restare insieme ai suoi compagni – Giuseppe Selva Falco, comandante, Angelo Selva Puccio, Angelo Capra Russo, Ennio Ferrari Carlino e Gilberto Carminelli Bill – e anche per questa sua coerenza di donna e di partigiana è insignita della medaglia d’oro al valore. Ogni anno queste vicende sono ricordate sui luoghi che ne furono teatro. Anche quest’anno a Cima, il 21 gennaio, la sezione di Dongo dell’ANPI ha organizzato la commemorazione.

A partire dalle 9.30, un corteo si muoverà dalla fontana sul lungolago fino al cimitero, dove alle 10 ci terrà un momento di ricordo.

Con l’ANPI hanno aderito alla manifestazione Cittadini Insieme di Porlezza, Istituto di Storia Contemporanea “P.A. Perretta” di Como, Centro Studi “Schaivi di Hitler” – Cernobbio, ANPPIA – Como, SPI-CGIL.

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