(Non) aspettare miracoli

Dall’alluvione di Blevio, ai rifiuti interrati sotto l’ospedale Sant’Anna di Como, passando per i rischi che corrono le oasi verdi di Scarenna e dello “Zoc del Peric”: un documentario racconta in quattro storie il territorio della provincia di Como dal punto di vista dei rischi ambientali. Il filmato, dal titolo Aspettando il miracolo, è stato curato dal giovane regista Gabriele Gandini e prodotto dalla Fisac Cgil e dalla Cgil di Como, in collaborazione con il Circolo ambiente Ilaria Alpi.

L’accusa è insita nel titolo: è davvero necessario affidare la tutela dell’ambiente e della salute delle persone che vivono in esso ad un intervento straordinario dai caratteri divini? Serve confidare in una volontà onnipotente per arginare le miopi scelte politiche, gestionali o strutturali in grado di rivelarsi disastrose per chiunque?
Seguendo le storie che attraversano i trentasette minuti del documentario, sembrerebbe che l’unica risposta possibile sia quella affermativa: dall’assenza di interventi per ristabilire condizioni possibili per l’abitabilità delle case di Blevio, devastate dalla frana provocata dalle alluvioni estive nel 2021, alla presenza – ancora effettiva – di rifiuti tossici nelle fondamenta del nuovo ospedale Sant’Anna, l’apparente immobilismo (o assenza di azione) istituzionale davanti a danni, reali o pericolosamente possibili, sembra più pesante della proverbiale, evangelica roccia davanti alla tomba di Lazzaro.
Costruito dalla regia essenziale ma evocativa di Gabriele Gandini, il filmato realizzato dalla la Cgil di Como in collaborazione con il Circolo ambiente “Ilaria Alpi”, è un documento chiaro e puntuale, raccontato attraverso brevi storie, su alcune situazioni del territorio della provincia di Como a rischio ambientale, tutto terrestre e terreno.
Corruzione, ecomafie, speculazione edilizia, assenteismo statale: il dito dell’attivismo ambientale, nelle parole di Enza Luzzani (residente a Blevio e costretta a vivere altrove dopo la frana) o del presidente del circolo Roberto Fumagalli, non è puntato solo contro la minaccia di distruzione di ecosistemi o ambienti naturali essenziali (come il territorio del parco “Zoc del Peric” o dell’area di Scarenna, vicino Asso, tornata verde dopo la frana, raccontati da Antonio Bertelè e Raffaella Rusconi, sempre del Circolo ambiente “Ilaria Alpi”) ma anche contro quelle situazioni, già esistenti da troppo tempo, in cui per distorte logiche di profitto e pressioni criminali la vita quotidiana di persone e habitat naturali viene relegata nello sgabuzzino dei problemi marginali che non si vogliono risolvere.
Le cui soluzioni, ancora una volta accennate nel corso del documentario e nelle attività di chi è attivo su temi ambientali e ambientalisti, sono tutte – ovviamente – perseguibili senza affidarsi all’incognita degli interventi divini. [Sara Sostini, ecoinformazioni]

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