Gramsci in montagna, con l’Anpi

Potrebbe sembrare una passeggiata in montagna come tante. La meta, del resto, è una di quelle affermate, alla portata di tutti, dopo un percorso facile, di non più di un’ora. In realtà quella alla Capanna Mara, organizzata dall’Anpi di Monguzzo e Territorio erbese sabato 17 giugno, è una passeggiata nella storia, in cui tutto, anche il contesto montano, ha il suo significato politico.

L’occasione è ripercorrere i passi di Antonio Gramsci (e di altri membri del Partito Comunista) che, intorno alla metà degli anni Venti, già in clandestinità per l’affermazione del fascismo, si recava alla Capanna Mara, sopra l’Alpe del Vicerè (comune di Albavilla, ma all’epoca denominato Villalbese), per riunioni di partito e – soprattutto – per una vera e propria scuola di partito.

La vicenda è particolarmente significativa anche per il suo scenario: la Capanna Mara ci appare oggi, una volta comodamente raggiunto in auto il parcheggio dell’Alpe del Vicerè, a portata di mano, ma era – negli anni Venti – un po’ più “lontana”, da conquistare a prezzo di una lunga scarpinata. Poi bisogna considerare il ruolo che la montagna (e l’escursionismo) ha giocato nel costituirsi del primo movimento operaio, quando dopo i massacranti turni di lavoro in fabbrica, gruppi di uomini e donne camminavano (anche di notte) per salire sulle cime più facilmente raggiungibili, per stare insieme, per creare comunità, per sottrarre tempi e menti all’oppressione dello sfruttamento (basta ricordare la gloriosa vicenda dell’APE, Associazione proletari escursionisti, di Milano e di Lecco, ma anche quella del Club Alpino Operaio di Como). Negli anni Venti, dunque, recarsi in montagna per fare una scuola di partito significava certo premunirsi contro orecchie indiscrete e salvaguardare la propria sicurezza, ma significava anche inserirsi nella tradizione più “popolare” del movimento, compresa la riscoperta dei valori del territorio (naturale e culturale: a questo proposito non bisogna dimenticare gli illuminanti racconti di Piero Calamandrei sulla “scoperta” della Toscana come spazio libero dall’oppressione del fascismo).

La vicenda di Gramsci e della Capanna Mara è stata efficacemente riproposta nel corso del pomeriggio di sabato, dopo l’escursione, dall’intervento di Manuel Guzzon, presidente provinciale dell’Anpi, ricorrendo anche a molte testimonianze d’epoca, capaci di restituire il clima e il senso di quel vivere all’aria aperta (e dormire nel fienile) e di quell’acquisire elementi di coscienza politica. Accanto al racconto storico, il “cantautore” Alessio Lega ha proposto contributi musicali sugli stessi temi: non propriamente momenti di “alleggerimento” (anche se la sua verve comunicativa ha profondamente coinvolto il pubblico presente) ma vere e proprie occasioni di approfondimento parallelo sulle stesse vicende (dal “travestimento” – nell’accezione storico-musicale – comunista di Giovinezza, giovinezza, diventata Delinquenza, delinquenza, alle canzoni pacifiste di Italo Calvino scritte negli anni Cinquanta, e via cantando…).

Non è mancato nemmeno un passaggio sull’attualità del fenomeno neofascista e delle politiche repressive del fenomeno migratorio (con un breve intervento sulle vicende comasche: l’assoluzione in appello di Veneto Fronte Skinheads dopo l’irruzione all’assemblea di Como senza frontiere, e le ancora più recenti decisioni della giunta del capoluogo di “blindare” il portico di S. Francesco per impedire il ricovero anche parziale delle persone senza dimora).

Un modo completo di fare storia e memoria, di riportare nella consapevolezza e nell’immaginario collettivo una fase drammatica e complessa della storia del Novecento, che però aveva – come sempre – elementi profondamente umani. Il valore dello stare insieme, anche per godersi il “tempo libero”, è risultato evidente a tutte le persone convenute (una sessantina, provenienti anche da Milano… come nella tradizione escursionistica), compresi i momenti conviviali dell’aperitivo e della cena (certo non paragonabili alla frugalità di quelli degli anni Venti, ma qui la filologia storica è stata messa da parte), cui la disponibilità di Alessio Lega ha aggiunto ancora spunti di riflessione e di condivisione musicale.

In montagna con Gramsci è giunta, quest’anno, alla 5a edizione. Contiamo di continuare a incontrarci, in sempre maggior numero, nei prossimi anni. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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